Il progetto finanziato da fondi europei va verso la conclusione, ma non la sua filosofia. La visione, ormai, segna il presente e futuro della Liguria. Riferimento, l’attenzione per la cultura biologica tanto in agricoltura quanto nell’allevamento. Protagonista della sfida Aiab, l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica presieduta da Alessandro Triantafyllidis già parte attiva del Biodistretto Val di Vara, Valle del Biologico:
“È dai primi anni Settanta che si parla di sviluppo sostenibile, uno sviluppo che sappia coniugare il versante dell’economia con il suo impatto sull’ambiente. Allo stesso modo, anche per quanto riguarda l’alimentazione, si parla di sostenibilità nel momento in cui viene rispettato questo equilibrio e i principi che lo ispirano”.
Da qui l’occasione di un supporto comunitario attraverso la Misura 16.4 del Psr Regionale 2014-2020 volto ad accrescere la competitività delle imprese del territorio ligure. Uno strumento che ha previsto diverse azioni, quella principale è stata “Bio va in Porto”: due eventi per introdurre la filosofia del Bio nel settore e far conoscere produttori e chef dei grandi yacht in collaborazione con Marina di Genova. Il secondo filone è quello di “Bio nel piatto” che, a inizio dicembre, ha previsto incontri con gli addetti ai lavori per veicolare le produzioni alla ristorazione presente sul territorio.
“Grazie al nostro impegno, dunque, sono nati vari incontri su binari paralleli. Il miglioramento continuo delle tecniche di produzione e di allevamento sono alla base di questo modello di sviluppo che ha come obiettivo il rispetto delle risorse naturali e della biodiversità, garantendo al consumatore finale una catena alimentare completamente biologica”
spiega Margherita Bottini Raimondo per Aiab. Traguardo finale, far conoscere ed apprezzare le produzioni liguri ai gestori della ristorazione privata e collettiva, proponendo i prodotti dei partner dell’iniziativa (circa 20 aziende) per creare nuove opportunità di mercato. Identico percorso per gli chef al lavoro sulle prestigiose imbarcazioni nei porti genovesi.
“Promuovere e valorizzare il territorio ligure e i suoi prodotti, diffondere e sostenere le pratiche di agricoltura biologica, infine, accorciare le distanze tra i produttori e il consumatore finale risultano la sintesi della nostra associazione” prosegue il presidente Aiab. Paniere di prodotti vario, comprensivo di aziende biologiche ubicate su tutto l’arco della regione. Oltre all’ortofrutta, trasformati quali formaggi, carni e salumi, pasta fresca, olio, vino, zafferano ed erbe aromatiche, marmellate e conserve, ortaggi, pesto. L’indice del successo? “Centrare realmente una filiera corta, ridurre le intermediazioni tra domanda e offerta, promuovere la tipicità e l’unicità dei prodotti bio liguri, far conoscere i punti dove trovare le forniture di stagione e i prodotti certificati per un’operazione che, da Sarzana a Ventimiglia, coinvolge 450 operatori. Sottolineare il ruolo centrale del biologico nei fondi del prossimo Psr, la sfida. Siamo davanti alla necessità di continuare a lavorare con il territorio e le istituzioni per sviluppare progetti che valorizzino e promuovano le produzioni di qualità, rispettose e in sinergia con l’ambiente. È fondamentale fare rete, soprattutto, laddove i numeri sono molto piccoli e la logistica è complessa vista la morfologia del territorio. Associazione come la nostra diventano, quindi, un elemento di connessione fondamentale per lo sviluppo sostenibile”.
Per maggiori info: www.aiabliguria.it.