Il 15 novembre, a Bologna, apre F.I.CO, la Fabbrica Italiana Contadina, ultima “invenzione visionaria” di Oscar Farinetti, patron di Eataly. La premessa che Farinetti possa essere divisivo, simpatico a pochi, antipatico a molti è, in questo momento, ininfluente. Il dato di fatto, incontestabile, è che si tratti di un imprenditore che, sul campo, ha dimostrato di saper promuovere l’agroalimentare italiano. In un momento storico in cui i colossi tedeschi e francesi fanno shopping delle catene della grande distribuzione italiana (con conseguente “spinta” di prodotti tedeschi e francesi a scapito di quelli italiani) Farinetti è stato pressochè l’unico ad aprire boutique agroalimentari all’estero. Detto questo, il succo di questo post parte dagli obiettivi di F.I.CO, una sorta di disneyland del cibo: 8 milioni di visitatori all’anno, provenienti da tutto il mondo, richiamati dal fascino del “made in Italy”enogastronomico. Obiettivi ambiziosi, certo, ma raggiungibili visto il grande interesse che arriva da tutto il mondo per l’eccellenza italiana. Nell’enorme spazio del grande parco bolognese, con 2 mila ettari di campi e stalle all’aria aperta, 200 animali, 2 mila cultivar e negli 8 ettari coperti, con 40 fabbriche artigianali perfettamente funzionanti, 40 punti ristoro, 9 mila metri quadrati di botteghe di eccellenza alimentari (per non parlare delle aule didattiche e quelle dedicate ai bambini) c’è, in pratica, il meglio dell’Italia agricola di qualità. Ecco, il punto è questo. A rappresentare la Liguria c’è un solo produttore, l’oleificio Roy. Niente di male, ogni imprenditore fa quel che vuole e può ma…C’è un ma. Farinetti aveva invitato alla presentazione ufficiale del parco le autorità regionali liguri. Nessuno è andato, legittimamente, per impegni già assunti. Farinetti, allora, ha chiesto alla Regione Liguria se aveva piacere di sistemare a F.I.CO del materiale promozionale sulle tante eccellenze liguri. La risposta è stata si, che passasse pure a Genova a ritirare i depliant…