Ogni evento storico, politico o sociale che si imponga violentemente sulla popolazione costringe inevitabilmente all’adattamento, al cambiamento o alla ricerca di un modo nuovo. Coronavirus o Covid-19 è la parola più nominata del momento, temuta, odiata ed è l’evento che ora ci costringe, volenti o nolenti, assenzienti o dissenzienti, a questa sosta forzata. Gli eventi, lo sappiamo, spesso non dipendono da noi ma da noi dipende la prospettiva con la quale vogliamo guardarli, la forza con la quale vogliamo contrastarli, l’energia che mettiamo ogni giorno per trovare il verso positivo. Allora spendiamo un po’ di sano campanilismo e diciamocelo che in Liguria, schiacciati fra terra e mare, questo lo sappiamo bene, pensiamo solo a quanti posti della nostra magnifica terra non sarebbero abitati se non per la forza, l’audacia, la perseveranza di chi di quei posti ha deciso di amarli prima ancora di viverli?!
Così forti e consapevoli di ciò che siamo, di ciò che abita il nostro DNA, noi di LiguriaFood ci siamo chiesti come poter intrattenere il nostro pubblico, sempre crescente, continuando a fare quello che sappiamo fare, cioè raccontare la Liguria.
Sperimentiamo anche noi quel “modo nuovo” di fare le cose e diamo inizio ad un primo progetto ai tempi del #iostoacasa ovvero #lericettediliguriafoodin1minuto; abbiamo pensato a brevi video che ripercorrano le ricette che trovate pubblicate sui numeri di LiguriaFood così che possano essere uno spunto leggero, veloce e divertente per trascorrere il tempo in cucina, magari in famiglia, con i piatti della nostra tradizione.
Abbiamo iniziato con la Panissa che con le sue mille preparazioni possibili attraversa tutta la Liguria. La versione che proponiamo è quella che la trasforma nelle famose fette di Savona. Potete metterle in un panino o gustarle anche da sole.
Trovate qui l’articolo di Stefano Pezzini del panino con le fette e qui il video della ricetta con tutti i passaggi e … alla fine vi proponiamo anche un interessante abbinamento.
Ingredienti:
400 g di farina di ceci
1,5 litri di acqua fredda
una manciata di sale grosso
Procedimento:
Si versa l’acqua in una padella larga di alluminio pesante con il sale, e a pioggia da un setaccio si fa scendere la farina. Con un mestolo di legno si mescola come una polenta badando che non rimangano grumi e per circa venti minuti si fa andare a fuoco regolare. La panissa sarà pronta quando, come una qualsiasi polenta, si staccherà a fiocchi dal cucchiaio che è servito per la cottura. Verseremo quindi il tutto in una forma di acciaio appena unta e la lasceremo a raffreddare preferibilmente dalla mattina alla sera. A questo punto vi sono almeno due maniere di consumarla. La prima, e più gradita, è affettata sottilmente e gettata in olio di semi bollente per pochi minuti. Si presenta come sfoglia croccante, profumata e saporita (sono le famose fette savonesi che vengono messe nel pane arabo). La seconda maniera, molto amata dai vecchi marinai, viene oggi un po’ trascurata dalle moderne teorie alimentari prevedendo l’uso di alcuni ingredienti poco graditi alle giovani generazioni per l’intensità del sapore di cipolline e aglio. Si riduce la panissa in tocchetti regolari, si acconcia in una fiammenghilla e si condisce con olio di frantoio, cipolline fresche, aglio tritato, pomodori a tocchetti e per finire un’acciuga salata diliscata. Una macinata di pepe fresco e, per i più arditi, anche un peperoncino rosso, piccante al punto giusto