Siamo stati alla serata Ais dal titolo Terracotta e vino: antico binomio per il vino del futuro?organizzata dal delegato e sommelier professionista Sergio Garreffa che si è svolta venerdì 31 sera all’Hotel Stella del Mare a Chiavari.
I Protagonisti della serata sono stati, oltre il vino, Leonardo Parisi di Artenova e l’enologo Francesco Bartoletti.
Leonardo Parisi di Artenova l’antica fornace di Impruneta che dal 2008 produce giare per il vino, riportandone in auge l’antico uso risalente al periodo greco-romano cioè quello per la conservazione del vino (o meglio di quello che all’epoca era un succo d’uva fermentato e conciato con varie spezie). Una riscoperta questa, che si deve soprattutto alla spinta data dai produttori di vini biologici e biodinamici e che oggi possiamo dire ha dato grandi risultati nei processi di vinificazione, maturazione e conservazione del vino.
Francesco Bartoletti l’enologo che ha iniziato la sua carriera presso i Marchesi de’ Frescobaldi e che oggi, esperto in controllo analitico e qualitativo del vino, è consulente tecnico per Artenova, quest’azienda leader in Italia per la produzione di giare ad uso enologico.
Quello che emerge e che probabilmente andrà determinando un uso crescente della terracotta a scopo enologico è che si è rivelata, o considerata la sua storia, riconfermata, uno straordinario contenitore per il vino.Questo è dovuto a più fattori. All’ottima capacità di isolamento termico della terracotta che deriva sia dalle caratteristiche intrinseche della pregiata argilla dell’Impruneta sia al know-how di Artenova. Un materiale che non solo ha un buon isolamento termico quindi, ma la cui porosità permette al contempo un buon passaggio di ossigeno; fattore quest’ultimo che permette di portare il vino a maturazioni ottimali ma non solo, a differenza della barrique si tratta di una maturazione in cui il contenitore non ha nulla da cedere al contenuto il che non porta a confondere l’aspetto aromatico del vino e permette quindi di valorizzare maggiormente l’impatto aromatico del vitigno.
Risultato, vini freschi, piacevoli, puliti al naso, con una complessità riconducibile principalmente alle caratteristiche specifiche del vitigno utilizzato.
Per chi volesse cimentarsi nell’assaggio di vini affinati in anfora di terracotta ecco le proposte:
- Arrighi IGT Toscana 2018 Hermia, viognier macerato in anfora
- Falzari IGT Toscana 2017 Tinnari, trebbiano toscani in purezza, biodinamico
- Marco Carpineti IGT Lazio Nzù 2016, bellone
- Tenuta Fontana Alberata Asprinio di Aversa doc 2016. – per i bianchi.
- Montalbera Lanfora Grignolino d’Asti DOC 2017
- Fattoria la Castellina Cosimo Bojola Chianti Classico DOCG 2017
- Bagolaro Malandrino Nerello Mascalese DOC 2017
- Sensi Governato IGT Rosso Toscano 2017. – per i rossi.
Ma non dimentichiamo che anche in Liguria si utilizzano le anfore di terracotta, un esempio è l’Azienda Agricola Possa di Samuele Heydi Bonanini per il suo Sciacchetrà 2015.
di Elisa Alciati