Come sarà l’olio del 2019? Siamo andati a Dolcedo, nell’imperiese, presso il Frantoio Ghiglione, una delle aziende storiche del territorio (il prossimo anno compirà 100 anni di attività) per farci un’idea della prossima raccolta. Il Sig. Bianco, il titolare, si è lasciato andare a un moderato ottimismo; “le piante sono sane, fortunatamente la mosca olearia non sembra aver colpito quest’anno e le olive sembrano molto belle: a meno di improvvisi e violenti fenomeni atmosferici, che naturalmente non ci auguriamo, prevediamo un’annata ottima”. Siamo nella patria della cultivar taggiasca, zona di produzione di eccellenza nel panorama ligure e il frantoio Ghiglione produce ogni anno circa 1000 quintali di olio, frangendo anche per conto terzi. Un lavoro, quello dell’olivicoltore, che segue rituali ben precisi: le reti per la raccolta vengono stese in questi primi giorni di autunno, un lavoro lungo ma che negli anni è stato organizzato al meglio: “abbiamo catalogato e numerato le reti, così da posizionarle esattamente nell’appezzamento di terreno giusto. In questo modo si riducono i tempi di stesura e il nostro lavoro risulta più facile”. La raccolta vera a propria inizierà da metà ottobre circa e impegnerà il frantoio fino a febbraio, un tempo che negli ultimi anni si è ridotto, grazie al considerevole aiuto che i macchinari di raccolta meccanici hanno apportato a un’attività che prima veniva effettuata esclusivamente a mano. Le olive vengono così frante e l’eccellente olio ottenuto, dopo una “decantazione” di un mese circa, è pronto per le nostre tavole. Bianco ci conferma la tendenza degli ultimi anni, che vede la produzione della salamoia in costante crescita: “circa un quarto della nostra produzione è indirizzato alla salamoia, anche perchè coltiviamo la taggiasca, l’oliva più adatta a questo tipo di lavorazione”.