E’ la Genova di Rubens quella che va in scena fino al 22 gennaio 2023 nella prestigiosa sede di Palazzo Ducale, il Palazzo del Doge, testimonianza dei fasti della Repubblica. “Rubens a Genova”, infatti, sviscera il profondo rapporto che si venne a creare tra il Grande Fiammingo e la Superba, in particolare tra il 1600 e il 1607. Parallelamente si è aperta una collaterale di assoluto prestigio come la mostra “Rubens e le aristocratiche bellezze a Palazzo Imperiale” che sarà ospitata, fino al 31 marzo 2023, in quel affascinante contenitore di cui il titolo dell’esposizione. Curatrice dell’evento la rapallese Michela Cucicea.
Le due mostre, per certi versi, sono solcate in modo molto profondo da un pezzo di storia gastronomica sinceramente genovese. A campeggiare in entrambe le narrazioni è, infatti, la prescinsêua: la tipica cagliata genovese, condizione necessaria per preparare le ben note torte salate in rigoroso rispetto della tradizione. La prescinsêua è, in oggi, prodotta da Latte Tigullio nei consueti formati domestici e in quelli, più capienti, destinati ai grandi trasformatori. In termini di presenza ritroviamo la prescinsêua in due dipinti di espressione fiamminga, esposti nell’ambito della mostra maggiore a Palazzo Ducale. Si tratta delle opere di Giacomo Legi e Jan Roos, detto Giovanni Rosa, dove compaiono, chiaramente, dei venditori al mercato intenti a proporre proprio la prescinsêua . La cagliata, infatti, era già ben conosciuta al tempo ed era uno dei pochi doni che il Doge poteva ricevere. Argomento ribadito dalla stessa Michela Cucicea «Le origini della Prescinsêua sono antichissime, come testimoniano documenti d’archivio risalenti al 1200-1300 e una legge del 1413 (Politicum Janue) la catalogava come possibile dono da parte dei genovesi ai dogi». A voler essere maliziosi, si potrebbe pensare che, dato che la cagliata genovese è formaggio delicato e deperibile, in puro stile genovese piuttosto che buttarla via era meglio donarla al Doge…Si scherza ma non troppo. De resto il poeta Carlo Innocenzo Frugoni, la definiva il famoso formaggio “che sa far Genova sola”. Non meno importante, un’altra testimonianza che ci arriva dal passato. La prescinsêua è sempre stata apprezzata, basti pensare che intorno alla metà del 1400 il medico genovese Ambrogio Oderico la consigliava in quanto formaggio leggero e digeribile. Da Palazzo Ducale a Palazzo Imperiale ancora la prescinsêua protagonista come cibo salubre del tempo. A volere fortemente questa caratterizzazione è stato il Centro Latte Rapallo, sponsor unico della mostra. A spiegare le ragioni di questo recupero culturale è Mario Restano, direttore marketing dell’azienda «Ben 40 anni fa Latte Tigullio – Centro Latte Rapallo, ora parte del gruppo Centrale del Latte d’Italia, ha riproposto al pubblico genovese e non solo la Prescinsêua. Un prodotto tipico del territorio di cui, intorno agli anni Settanta, se ne era persa la disponibilità. Era reperibile soltanto tramite la distribuzione dei pastori locali oppure con una produzione in autoconsumo. L’intuizione del Centro Latte Rapallo negli anni Ottanta, insieme alla Lylag che produce la prescisêua in Genova, e che festeggia proprio nel 2022 i suoi 70 anni di storia, è stata quella di offrire un prodotto tipico del territorio, disponibile tutti i giorni, con le più elevate garanzie di salubrità» Di recente, nella strategia di marketing, il Centro Latte Rapallo ha inserito la prescinsêua nel progetto Genova Gourmet, per la valorizzazione dei prodotti tipici del territorio, tanto da annoverarla tra gli ingredienti di uno speciale gusto di gelato interamente genovese. Si tratta di una sintesi perfetta tra un territorio e uno dei prodotti più caratteristici e caratterizzanti. E allora perchè no, ci piace immaginare un Rubens intento alla sua mirabile opera pittorica mentre assapora un po’ della prescinsola del tempo. Una pennellata di colore e una di gusto per un capolavoro unico.