Imperia: una città, molte città

Imperia è giovane, nasce nel novembre del 1923 e per un anno è in festa celebrando i suoi cento anni. Il capoluogo della provincia ponentina è composto da due centri principali, Oneglia e Porto Maurizio e da una serie di frazioni che erano essi stessi comuni autonomi. Li scopriremo insieme.

Imperia è una città che ha ritrovato dinamismo con una linea di collegamento che è la nuova pista ciclabile. È in corso di realizzazione sul sedime della ferrovia litoranea e unisce i due abitati principali così come, a ridosso dell’unificazione, era stato creato uno spazio direzionale equidistante fra di loro, con i grandiosi palazzi municipale e delle allora Poste e Telegrafi. I bene informati a livello storico sanno che Oneglia e Porto Maurizio, con i lori rispettivi entroterra vallivi, hanno avuto vicende governative diverse. Oneglia con un Medioevo iniziato sotto il vescovo di Albenga e poi proseguito con i Doria, famiglia genovese per poi passare dal 1576 alla casa di Savoia, a cui è sempre stata molto fedele. Porto Maurizio, invece, genovese dal 1228. Da qui alterne vicende e, purtroppo, conflitti, anche se ben altro si ritrova nell’aspetto stesso dei luoghi costruiti. Oneglia è una città piemontese sul mare, se si osservano le teorie di palazzi con ariosi portici che si dipartono dalla centrale piazza Dante. Si tratta dell’ottocentesco sviluppo di un insediamento che viveva su due linee: la riva del mare e la strada per il Piemonte. In relazione al mare, è bene andare verso il porto, di sviluppo ottocentesco, con i portici di Calata Cuneo, realizzati appoggiandosi alla cortina muraria che difendeva la città. Nei pressi, in piazza De Amicis il vecchio tribunale è una moderna biblioteca, dove va visto lo studio originale proprio di Edmondo De Amicis, autore ad esempio del didattico libro “Cuore”.  Ai margini della Calata c’è il mercato del pesce e la possibilità di acquistare direttamente dai pescatori. Il loro mondo era nel vicino quartiere dei Peri, trasformato in area turistica dopo il 1887. L’altro asse storico è quello che parte dal palazzo Doria sul mare e scorre nel centro storico tardomedievale, dalla piazza San Giovanni alla via dell’Ospedale fino a diventare la via vecchia del Piemonte. La piazza San Giovanni è il cuore di questo sistema, con la monumentale chiesa settecentesca, ricca però di marmi di varie fasi storiche e di una serie di quadri legata alla cultura pittorica piemontese, che hanno sostituito quelli rovinati dall’assalto francese del 1792. Da notare anche il dipinto murale che svela l’Oneglia di quattrocento anni fa, essendo copia della veduta delineata da Tommaso Borgonio nel 1675.

Sulle immediate alture di Oneglia, verso regione Cascine, si trova villa Grock. Ci si può arrivare a piedi, con una salita che parte fra i palazzi signorili di via Amendola o con il minibus che parte da piazza Dante. La villa, il parco, tutto è sorpresa, spettacolo, giocosità.

Voluta dal clown più popolare del primo Novecento, Grock, cioè lo svizzero Adrian Wettach, è un complesso di costruzioni che hanno cent’anni come Imperia. Una residenza che ci racconta di circo e di passione. Grock aveva scelto Imperia perché vicina al Piemonte da dove proveniva la moglie Ines, ma la sola vista dal giardino ci fa capire quanto la posizione sia splendida. La visita al parco e alla villa con il museo del clown giustifica un viaggio.

Il territorio onegliese si estende poi alla bassa valle Impero, dove si trovano alcuni ex comuni. Castelvecchio Santa Maria Maggiore è memoria industriale nell’edilizia di fondovalle, ma è bello salire anche a piedi al santuario mariano che si trova in posizione elevata, là dove è nato il primo insediamento della zona, dalla notte dei tempi. Gli abitati di Costa, Borgo e Sant’Agata, non a caso sempre detti “di Oneglia” sono disposti su di un mare di olivi. Possiedono chiese rilevanti, palazzi signorili e la classica edilizia ligure che sfida pendenze e tempo.

Andando da Oneglia a Porto Maurizio si attraversano aree già industriali e ora residenziali. C’erano ferriere e pastifici, cementifici e quant’altro. Lo sguardo ora si apre verso mare, dove si distende un ampio complesso portuale che unisce i due scali storici della città. Porto Maurizio presenta più identità. Via Cascione, percorso principale a vocazione commerciale, con l’ottocentesco teatro Cavour in bella mostra, è di fatto la strada romana di duemila anni fa. Lo sviluppo edilizio è perlopiù sette-ottocentesco. Il cuore pulsante della Porto medievale è lo spettacolare Parasio, aggrappato sull’altura che domina lo spazio cittadino. Pur essendo state abbattute molte case, la chiesa parrocchiale antica e un oratorio, a seguito di danni nel terremoto del 1887, è bello perdersi tra carruggi, slarghi improvvisi e squarci panoramici assoluti.

Porto Maurizio è città rilevante, con una vicenda produttiva e commerciale che da quattrocento anni in avanti è vissuta tra mare e oliveti e ha dato origine ad un novero di palazzi signorili, medievali e barocchi, ricchi di ambienti dipinti. Gli edifici sacri hanno un forte impatto, scrigni d’arte, come l’oratorio di San Pietro, con un interno totalmente dipinto o il complesso delle suore Clarisse, tuttora presenti. Sotto il convento si trovano le logge di Santa Chiara, luogo la cui spiritualità è favorita da una visione immersiva del mare. Da lì si nota uno dei borghi marinari di Porto, il Prino.

Una passeggiata da fare, assolutamente, è il percorso lungo la teoria di case del Prino per poi andare ai Cappuccini, alla Foce e di qui, lungo la solitaria passeggiata “degli Innamorati” fino alla Marina.

Sono luoghi che raccontano di pescatori e marittimi, di barche riparate sulla spiaggia e nei larghi magazzini, di salsedine e di bottai al lavoro, di ville signorili, torri difensive, di pericolo per gli assalti pirateschi e cucina di mare. Ai margini della Marina si trova, là dove era il deposito franco, il Museo Navale di Imperia ovvero la casa dei marinai, con le sue importanti collezioni legate alla vita marinara non solo imperiese, oltre all’affascinante (e grande) planetario. La volta celeste della gente di mare. Tra il Parasio e via Cascione, invece, si trova il fulcro cittadino sviluppato a fine Settecento con la monumentale basilica concattedrale di San Maurizio: un trionfo tardoclassicista, dovuto al progetto di Gaetano Cantoni e poi attuato da più architetti fino agli anni Trenta dell’Ottocento. Seconda chiesa della Liguria per ampiezza, custodisce dipinti accademici ottocenteschi, statue e dipinti della vecchia parrocchiale e il corpo di San Leonardo da Porto Maurizio, patrono di Imperia. In alcune occasioni è possibile anche l’accesso al belvedere esterno della cupola. Emozioni assicurate. Da quel punto in effetti lo sguardo spazia su tutto il territorio portorino con le sue valli interne, tra cui Caramagna e Prino. Il dedalo di ex comuni è ampio. Si parla sempre di centri inseriti nel paesaggio olivato. Le risorse della terra e del mare sono alla base della complessità monumentale dei luoghi: Artallo, Caramagna, Caramagnetta, Massabovi, Cantalupo, Ricci, Montegrazie, Moltedo, Piani, Clavi, Torrazza, Poggi… luoghi dove spesso il tempo si è fermato, collegati da un antico sistema di viabilità mulattiera, con ponti storici. 

Di assoluto rilievo le presenze artistiche, dal quattrocentesco santuario di Montegrazie, dove in parrocchiale si trova anche il polittico di Carlo Braccesco (1478), la quadreria della parrocchia di Moltedo, con un dipinto fiammingo tradizionalmente attribuito ad Anton Van Dyck, anche se gli studiosi lo dicono di Jan Roos, compatriota e amico di Anton. Un quadro dalla vicenda interessante, indubbiamente. Ancora, i dipinti del santuario e parrocchiale di Santa Maria dei Piani, dove la statua mariana venerata è spagnola e ha ottocento anni. Imperia è tutta da scoprire e resta sorprendente anche per chi pensa di conoscerla.

Una città ricca di eventi

Imperia è sempre di più animata da numerose manifestazioni consolidate e da rinnovate iniziative turistiche e culturali. Ma ci sono due appuntamenti davvero da non perdere. A novembre, quest’anno il fine settimana dall’8 al 10, è il turno di OliOliva, ospitato nel centro di Oneglia: una grande festa piena di colori e profumi, dedicata al prodotto che più fa conoscere Imperia nel mondo, l’olio extravergine di oliva. Ad inizio settembre è la volta delle Vele d’Epoca, altra manifestazione storica in città. Ospitata dalla banchina di Porto Maurizio, coniuga la proiezione verso il mare della città con un’atmosfera decisamente internazionale e di assoluta classe. Prossima edizione da 2 al 6 settembre 2025. La programmazione natalizia, estiva, teatrale, museale, bibliotecaria, si affianca infine alle secolari feste religiose, ricordando il patrono San Leonardo per la città e San Giovanni Battista per Oneglia così come San Maurizio per Porto Maurizio.

Alessandro Giacobbe

Il tour dei ristoranti di Imperia

L’offerta di ristorazione della città di Imperia è variegata e può soddisfare ogni cliente gourmet: da chi cerca l’alta cucina a chi preferisce l’atmosfera di una sciamadda ligure, chi vuol mangiare in riva al mare un buon piatto di pesce e chi ricerca le ultime novità ad esempio nella cottura delle carni.

Non possiamo non cominciare il nostro tour dal Ristorante Sarri di Andrea Sarri che, dopo aver ottenuto la Stella Michelin nel 2006 quando gestiva il ristorante Agrodolce in Calata Cuneo, dal 2014 ha aperto con sua moglie Alessandra il locale che porta il suo nome. La collocazione frontemare già preannuncia che il pesce è la base del menù. Una terrazza rialzata per l’estate e un salone interno con un’atmosfera molto bistrot francese accolgono i circa 50 coperti spesso tutti prenotati. Al piano inferiore, proprio all’ingresso della cucina, si trova la Saletta Sarri, un ambiente più confidenziale dove si è circondati da una cantina con oltre 200 prestigiose etichette utilizzata per cene e degustazioni riservate. Al centro della sala un tavolo in cristallo montato su un monumentale tronco d’albero proveniente dall’estremo oriente. Il menù segue la stagionalità e ampio spazio è occupato dai piatti tipici liguri rivisitati dalla creatività dello Chef. Così troviamo ad esempio il Coniglio alla ligure abbinato con i Cappellacci ripieni di patate di Ormea in tiepida insalata di novellini o Schiacciata alla prescinseua con gamberi di Oneglia e pesto di mortaio. Il nostro consiglio è di affidarvi al menù degustazione “Lasciami Fare” che prevede sette portate scelte dalla cucina che vi condurranno alla scoperta delle creazioni di Chef Andrea Sarri. Per maggiori info: www.ristorantesarri.it – Lungomare Cristoforo Colombo, 108 – Borgo Prino, Imperia, tel. +39 0183 754056

Poco lontano, in Borgo Foce, si trova il Ristorante La Ruota, l’unico di Imperia che fa parte del circuito delle Camere di Commercio “Liguria Gourmet” che certifica le attività che si possono vantare di proporre la “Liguria nel Piatto”. Borgo Foce è un piccolo angolo di paradiso abbarbicato sul mare. Un tipico palcoscenico ligure con i gozzi attraccati e potrete sorprendere ancora qualche anziano pescatore che rammenda le reti per andare a pesca. L’ambiente del locale è sobrio e caratteristico con i tipici “travoni” di vecchi frantoi incastrati nelle volte. L’ampio dehor ha una vista impareggiabile e, trovandosi in zona completamente pedonale, gode la tranquillità e l’atmosfera di un’antico borgo marinaro. Anche in pieno inverno, grazie al clima mite tipico del Ponente Ligure, potete gustare le specialità in un’oasi di tranquillità a due passi dal centro storico della città. E per le famiglie i bambini hanno ampio spazio in sicurezza! Con una posizione del genere il menù non può che essere legato al mare e al pesce fresco scelto dallo Chef ogni mattina per cui il menu varia sempre. Ci sono piatti che però non possono mancare in un ristorante Liguria Gourmet come il Cappon Magro, la pasta alla bottarga di muggine con trombette e, secondo disponibilità i Gamberoni di Oneglia alla piastra. L’ampia carta dei vini vede una grande scelta nella quale i vini liguri sono i protagonisti: in lista troviamo 9 etichette di Pigato e 10 di Vermentino del ponente ligure senza dimenticare il Moscatello di Taggia o l’Ormeasco e il Rossese per i rossi. Anche i dolci sono un inno alla Liguria come “Come una colazione a Genova” mousse al caffè, chantilly e croccante di focaccia o la Torta Stroscia di Pietrabruna con crema al Moscatello di Taggia. Il locale è aperto tutti giorni sia a pranzo che a cena e osserva riposo settimanale il giovedì. Per maggiori info: www.laruotaimperia.com, Largo Varese 25, 18100 Imperia – Tel. 0183 61206 – Info@laruotaimperia.it

Nel centro di Oneglia, in zona pedonale, troviamo il ristorante Salvo Cacciatori, una vera e propria istituzione che vede la famiglia Salvo alla guida dal 1905 portando avanti oltre un secolo di cultura culinaria. Le generazioni si sono succedute da quando Luigi Salvo apri il locale: prima il figlio Agostino che nel lontano 1958 ha precorso i tempi ideando forse una delle prime cucine a vista che oggi vanno tanto di moda. Poi la figlia Angela e i nipoti Marco ed Enrico che con la stessa determinazione e con lo stesso amore continuano questa tradizione di famiglia mantenendo vive le ricette tipiche della regione, ma senza mai rinunciare all’innovazione. La filosofia del ristorante è strettamente legata alla valorizzazione dei prodotti locali. Gli ingredienti utilizzati in cucina provengono principalmente dalle colline liguri e dal vicino mare, offrendo un’esperienza gastronomica autentica. Il pesce fresco del Mar Ligure è il protagonista indiscusso del menù, con piatti che spaziano dal Carpaccio di branzino di lenza, al Rombo chiodato laccato alla diavola, friggitelli saltati sino a creazioni più ricercate che sanno sorprendere anche i palati più esigenti. L’ambiente del ristorante è accogliente e caratteristico, con un’atmosfera intima e rilassata che lo rende il luogo ideale per una cena romantica o una serata tra amici. La sala interna è decorata con gusto, mantenendo un perfetto equilibrio tra modernità e tradizione, con tocchi rustici che ricordano le vecchie trattorie liguri. La cantina, ricca di etichette locali e nazionali, mette in risalto il meglio dei produttori locali, offrendo una selezione di vini che si abbinano perfettamente ai piatti proposti. Particolare attenzione è dedicata infine all’Olio di produzione propria. Dal nome del nonno Agostino un’attenta selezione di olive taggiasche raccolte a mano e lavorate a freddo che accompagna i piatti e da gustare semplicemente su una fetta di pane. Non c’è davvero da meravigliarsi se il ristorante vanta la segnalazione ininterrotta da oltre 60 anni nella Guida Michelin. Info: www.ristorantesalvocacciatori.it – Via Vieusseux, 12 – Oneglia – Tel. +39 0183 293763.

Ancora più antica è la storia del Ristorante Chez Braccioforte. Situato nella splendida location di Calata Cuneo ad Oneglia, venne fondato nel lontano 1892 come “Osteria della Marina”, il cui nome campeggia ancora sulla targa originale dell’epoca conservata all’interno del locale e per questo fa parte delle Botteghe Storiche d’Italia. Tramandatosi di cinque generazioni sempre nelle mani di un’unica famiglia, la gestione è ora affidata a Riccardo Martini. Si trova vicinissimo al mercato ittico, dove si svolgono le rinomate aste del pesce. Proprio questo legame diretto con il mare si riflette nella qualità delle materie prime utilizzate in cucina, con pesce sempre freschissimo e di provenienza locale. Il ristorante ha due ingressi: sulla Via Des Geneys e in Calata G.B. Cuneo, dove con la bella stagione, si pranza sul dehors tra pescherecci, super yachts e navi commerciali in un’atmosfera dal sapore marinaro. L’interno è suddiviso in due sale da un’originale stilizzazione di un peschereccio ricavato intorno ad un fumaiolo originale, con arredamento in stile marinaro e una tovaglieria che soddisferà chi non apprezza le ultime tendenze di avere il tavolo nudo. Il menù è strettamente legato a quello che Riccardo riesce ad acquistare all’asta del pesce: troverete piatti come Pennette rigate saltate con il novellame di scoglio e il nero di seppia o la Grigliata di scampi e gamberi di Oneglia. Mario Soldati era una assiduo cliente del locale e pare che amasse particolarmente il Risotto de “L’Antica Osteria della Marina” e per questo è stato insignito del Premio di Alta Gastronomia “Mario Soldati” dal Centro Pannunzio di Torino. Per maggiori info: www.chezbraccioforte.com Calata G.B. Cuneo, 33 – 18100 – Imperia (IM). Tel. 0183 294752 martiniriccardo@icloud.com

Se cercate un locale dove assaggiare i piatti tipici liguri, magari con piccole contaminazioni del basso Piemonte, vi proponiamo l’Osteria dalla Padella alla Brace. Il locale si trova nel centro storico di Imperia-Oneglia, in zona pedonale in mezzo ai tipici “caruggi”. La sala con soffitti a volta è accogliente e curata e offre un’atmosfera adatta per cene conviviali. Durante l’estate è possibile cenare all’aperto in un cortile interno in mezzo al verde e ai fiori. L’Osteria rappresenta la tradizione ligure dove i piatti sono curati con un “tocco” giovane e appassionato che mette in risalto i gusti del ponente in tutta la loro essenzialità e semplicità. Per questo vengono usati presidi Slow Food, prodotti locali e verdure in gran parte provenienti dall’orto di proprietà situato ad Oliveto (frazione di Imperia). Lasciatevi consigliare da Silvia Massa, la titolare che vi accoglie con cortesia e che trasmette la passione per la propria terra. Il figlio Andrea, appassionato di vini e sommelier, dopo essere stato per 10 anni il cuoco, ora cura la sala. Le due cuoche capaci e affezionate, mettono nel piatto la Liguria con carni selezionate, pesce fresco dal mercato locale, verdure di stagione provenienti principalmente dal loro orto, taglieri di salumi e formaggi provenienti da piccole aziende agricole del territorio tra cui la Toma Brigasca, formaggi di Cabannina, salumi selezionati della macelleria Giacobbe di Sassello.  Vi consigliamo di assaggiare i piatti della tradizione ligure rivisitati come il Brandacujon in salsa tapenade e scorzette di limone candito, le Trofie di pasta fresca, pesto e “prescinseua” o il Coniglio disossato e stufato al Rossese, il suo fondo e purè grezzo al timo. Pane e focaccia è tutto fatto in casa, con farine da agricoltura sostenibile del Piemonte e naturalmente l’Olio extravergine di oliva Taggiasca. Ad avvalorare la cucina una buona cantina nella quale la nostra zona è rappresentata ampiamente, oltre a vini provenienti da tutto il resto dell’Italia. Non a caso siamo in un Osteria Slow Food. Per maggiori info: www.dallapadellallabrace.com, Via Ospedale, 31  18100 Imperia Tel. (+39) 0183.294159.

Concludiamo il nostro tour con il Ristorante Pressafuoco che si distingue per la sua impronta moderna e giovanile. Nell’antico palazzo del Consorzio Agrario Provinciale in Piazza Ricci lo chef Simone Pressamariti ha creato un piccolo gioiello. Entrando è impossibile non essere colpiti dal sapiente lavoro di ristrutturazione che ha saputo mantenere le antiche strutture del palazzo del 1600 fondendole con arredi e design moderni curati in ogni dettaglio, dalla mise en place all’impianto di illuminazione. Oltre alla grande sala di ingresso è disponibile un piano superiore adatto per cene più intime. Il risultato è un locale che potreste tranquillamente trovare a New York: se volete qualcosa di diverso dal solito ristorante siete nel posto giusto. Adatto ad un pubblico giovanile ma raffinato, lo staff organizza periodicamente serate conviviali con ottima musica dal vivo. Lo chef, imperiese di nascita, dopo aver frequentato la prestigiosa scuola di Cucina Alma di Gualtiero Marchesi e esperienze in giro per l’Italia, ha deciso di ritornare nella sua città coinvolgendo il fratello Matteo che si occupa della sala. Anche per lui, dopo un’esperienza milanese nel mondo della moda, si tratta di un ritorno a casa. Il menù spazia dal mare alla terra con alcuni piatti della cucina ligure rivisitati, ma i veri protagonisti sono la brace e il fuoco. Nella cella Dry Age, l’innovativo metodo di frollatura della carne, i tagli più prestigiosi provenienti da tutto il mondo sono posizionati come trofei prima di venire cotti nella splendida cucina a vista. Vi consigliamo di sfogliare la pagina Facebook Pressafuoco per scoprire la filosofia dello chef: creatività espressa ad esempio nel Piccolo bollito alla Ligure, lingua, guancia e cappello del prete, riduzione al Rossese di Dolceacqua, senape e pane secco o i Tortelli bastardi ripieni di bollito, fonduta di toma locale, finferli e castagne sciroppate. Ampia la scelta dei vini e delle birre sempre in via di aggiornamento con nuove referenze. Ristorante Pressafuoco, Piazza Ricci 3 – Tel. 338 946 9546 – pressafuoco@gmail.com.

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