Expo Valle Arroscia 2022, Ormeasco e Cucina Bianca sugli scudi

Expo Valle Arroscia si è conclusa da qualche giorno ed è arrivato il momento di tirare delle conclusioni. Il bilancio è sicuramente positivo, sia dal punto di vista della partecipazione di pubblico, sia da quello, non meno importante, della qualità dell’offerta. La sessantina di produttori che hanno esposto i loro prodotti di eccellenza sotto gli splendidi portici di via Ponzoni, erano tutti della Valle Arroscia imperiese e, forse, è proprio questo il segreto del successo della manifestazione. Nemmeno il tempo, per gran parte sfavorevole, con diversi scrosci di pioggia, ha impedito ad Expo Valle Arroscia di raggiungere obiettivi prestigiosi.

Difficile fare un bilancio complessivo, troppi gli argomenti, le occasioni, per parlare dei vari aspetti di questa nona esposizione che ha realmente valorizzato un intero territorio. Cominciamo dal focus sull’Ormeasco, vino che oramai sta diventando un must nel panorama enologico ligure. Paolo Massobrio, circondato da produttori, sommelier Ais e Fisar, appassionati del mondo del vino, ha fatto il punto, come ogni anno, su quella che è l’evoluzione del gusto, ma anche commerciale, di un vino che può benissimo sfidare altri blasonati rossi italiani e francesi. Soprattutto è stato sottolineato come l’ormeasco possa, sarebbe meglio dire deve, essere invecchiato per raggiungere una qualità altissima, fatta di profumi, sapori, retrogusti, e arrivare sul mercato con ancora più prestigio.Momenti di commozione quando si è ricordato l’indimenticabile senatore Gabriele Boscetto, uno dei primi a credere nelle potenzialità dell’ormeasco e a dare vita alla Confraternita.

Anche la conversazione tra Massimo Viglietti, chef stellato oggi a Roma, e due custodi della tradizione gastronomica della Cucina Bianca come Patrizia Alessandri della trattoria da Maria e Tonino Galante del ristorante Cadò, entrambi di Cosio d’Arroscia merita una menzione. Il tema, proposto da Stefano Pezzini, era Cucina Bianca tra tradizione e innovazione e, forse a sorpresa, è emerso che entrambe le cose possono coesistere. Da una parte, infatti, la tradizione è in grado di richiamare sul territorio turisti appassionati e consapevoli, alla ricerca di gusti, prodotti e sapori che sanno di antico, dall’altra, lo ha sottolineato Viglietti, i prodotti e le ricette della Cucina Bianca possono essere utilizzati anche nella cucina gourmet, a cominciare dall’aglio di Vessalico per continuare con i formaggi di pecora brigasca.

Un assaggio di quanto detto si è avuto nella serata di gala quando, durante la cena, si sono potute gustare ricette antiche come la l’Aiè di aglio nero di Vessaliche con patate, la carpasina con spuma di brusso, il brandacujun o il gran pistau con porro e gocce di peperone. Gli chef impegnati, Livio Revello, Luca Bertora e Federico Lanteri, si sono superati in una location splendida come il giardino dell’Antico albergo dell’Angelo. Grande successo anche per i percorsi, i trekking organizzati dalla Associazione Antiche vie del Sale, così come Expo è stata l’occasione per scoprire i capolavori d’arte sacra e antica esposti nella mostra Onde Barocche, organizzata dalla diocesi di Albenga Imperia nella splendida chiesa di Madonna della Ripa. Ultimo, ma non ultimo, il Sale della Riviera, ultimo brand gastronomico-emozionale, creato dallo chef Renato Grasso e dal marketer Franco Laureri, che in un sacchetto, restituisce i profumi della vacanza ai turisti che tornano a casa. Un bravo, quindi, a Camera di Commercio Riviere di Liguria, all’Azienda speciale Riviere di Liguria, al Comune di Pieve di Teco, al Parco delle Alpi Liguri, all’Unione dei comuni della Valle Arroscia e a tutti gli organizzatori. Una menzione speciale va a Carlo Ferraro e al suo staff che, ancora una volta, hanno dimostrato una grandissima professionalità nell’organizzare e nel gestire una manifestazione di altissimo livello.



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