Per quanto il tonno possa sembrare uno dei prodotti più comuni ed innocui sulle nostre tavole, icona del pesce a basso costo e ad ampia diffusione, in verità nel mondo della pesca il tema del suo sfruttamento è spinoso e irto di pericoli.
Con il tonno mediterraneo che viene mandato per via obbligata ai ricchi mercati asiatici, e la pesca indiscriminata del tonno atlantico per essere servito sulle nostre tavole, le condizioni degli stock non sono rosee. Situazione di cui l’ICCAT, ovvero l’organo internazionale sul commercio del tonno atlantico, ne è ben conscia, ma tra il dire il fare c’è di mezzo il mare, o, ancora peggio, un giro d’affari miliardario.
Proprio a causa delle condizioni sempre più drammatiche delle specie come il tonno, da sempre caposaldo della cucina di pesce, ecco che compaiono in aiuto i possibili sostituti “poveri”, o come preferiamo definirli noi di Worldrise, “trascurati”: ovvero quelle specie che sono sempre state presenti nella cultura culinaria mediterranea, ma quasi dimenticate negli ultimi decenni a favore di un numero molto più limitato di prodotti ittici, molto più conosciuti internazionalmente.
Ecco quindi che si affacciano i tonnetti: della stessa famiglia dei tonni maggiori, come indica il nome, ma di una taglia minore, una via di mezzo tra i tonni e gli sgombri.
I tonnetti nei nostri mari italiani sono tre: la palamita (Sarda sarda), il tonnetto alletterato (Euthynnus alletteratus) e il tombarello (Auxis rochei). Gli aspetti che li accomunano sono una struttura slanciata, molto simile a quella del tonno, coda biforcuta, una serie di “pinnule” prima dell’attaccatura della coda, e colori tipici da pesce azzurro, con livree leggermente differenti a seconda delle tre specie.
Come gli sgombri infatti presentano il dorso colorato da linee scure, che nel caso della palamita sono linee parallele, mentre nell’alletterato e nel tombarello sono di aspetto labirintico e irregolare. Inoltre il ventre dell’alletterato si presenta argento chiaro con alcune macchie nere vicino all’opercolo branchiale, mentre palamita e tombarello hanno il ventre privo di macchie.
Questa colorazione dal dorso scuro e ventre chiaro è tipica dei cosiddetti “pesci azzurri”, ovvero pesci che abitano l’ambiente pelagico, l’alto mare. Si tratta infatti di una colorazione mimetica: il dorso scuro imita il colore del fondale, mentre il ventre chiaro imita la luce proveniente dalla superficie: così facendo il pesce evita di essere visto sia da sopra che da sotto, che sia esso una preda o un predatore. Le abitudini poi sono simili a quelle dei tonni: voraci predatori della cosiddetta “mangianza” (acciughe e sardine), sono nuotatori instancabili. Le loro carni si presentano infatti rosso sanguigno, come quelle dei tonni, proprio per la quasi totale presenza di muscolo rosso, usato per un nuoto costante (il “muscolo da maratoneta”).
Vien da sé che per aspetto e gusto i tonnetti sono perfetti sostituti di qualsiasi tonno, oltre che enorme fonte di reddito per la pesca artigianale ligure: in mancanza di licenze per poter pescare i tonni maggiori, i tonnetti sono tra le principali specie sbarcate dai pescatori artigianali.
Per pescare il tonno è necessaria infatti una licenza, distribuita dall’ICCAT, decisa proprio in virtù della precaria condizione dei tonni, dove nel caso del tonno rosso si è quasi sfiorata l’estinzione. Persino la storica tonnarella di Camogli tempo fa perse la licenza per la pesca dei tonni, non pescandone più per due anni consecutivi, mentre le catture dei tonnetti sono sempre in maggiore aumento, soprattutto per il tombarello, che sembra trovare giovamento dal generale riscaldamento che interessa tutti i mari mediterranei. I tonnetti sono pescati e reperibili tutto l’anno, anche se come stagionalità sarebbe meglio evitare i periodi di picco riproduttivo, che viene indicato generalmente per il Mediterraneo occidentale come Giugno per la palamita ed il tombarello, Agosto per l’alletterato (anche se i periodi riproduttivi possono variare a seconda delle zone). Evitare di pescare i pesci durante il loro picco riproduttivo è fondamentale per permettere agli stock di rigenerarsi, in modo da avere una gestione della pesca sostenibile.
LE TECNICHE DI PESCA
I tonnetti sono voraci predatori, e tra i metodi di pesca più usati per catturarli c’è la pesca ad amo, sia a canna che con l’uso di palangari, ovvero lunghe cime armate con centinaia di ami. Se entrambe sono tecniche poco impattanti per il fondale marino, la pesca a canna è certamente la più sostenibile, in quanto i palangari se usati con poca etica possono finire per prendere all’amo anche specie protette come tartarughe o squali. Inoltre muovendosi in branco lungo costa possono finire nelle reti di lampare e ciancioli, mentre sono presi dal cacciare i banchi di acciughe e sardine circondati dalla rete, o finire nelle reti fisse come quelle della tonnarella di Camogli, costruite apposta per intercettarne il passaggio. La palamita è infine una delle prede più ambite dei pescatori in apnea.
WORLDRISE
Worldrise è una ONLUS ideata nel 2013 da giovani professionisti che sviluppa progetti di conservazione e valorizzazione dell’ambiente marino attraverso un percorso incentrato sulla sensibilizzazione, la creatività e l’educazione. I progetti di Worldrise vengono coordinati e realizzati coinvolgendo giovani studenti e neolaureati per facilitare l’acquisizione di conoscenze pratiche professionali e formare i futuri custodi ed ambasciatori di questa immensa ricchezza. Crediamo che colMARE la distanza tra persone e mare sia fondamentale per la salvaguardia del nostro Pianeta Blu. Lavoriamo per un mondo in cui regni la consapevolezza che la nostra esistenza dipende dal mare e che il futuro del mare dipende da noi. Ci occupiamo di:
EDUCAZIONE: con una proposta educativa rivolta alle scuole su tematiche che spaziano dal problema della plastica in mare a quello della biodiversità dell’ambiente portuale, e con i nostri Action Biology Campus e Leadership Campus, il primo con l’obiettivo di arricchire studenti e neolaureati in biologia marina con skills professionali, il secondo per formare i nuovi leader per la protezione dell’ambiente di domani.
RICERCA: attraverso il progetto Il Golfo dei Delfini dove monitoriamo la presenza di una comunità di delfini costieri, i tursiopi, stanziali nella baia di Golfo Aranci, in Sardegna.
ARTIVISMO: una delle nostre missioni è portare il mare anche dove questo sembra più lontano, tramite il connubio tra arte e attivismo; a Milano in particolare portiamo avanti mostre artistiche (Ars Maris) e la creazione di murales (Worldrise Walls) legati al mare.
Sul problema della PLASTICA MONOUSO abbiamo creato una rete di musicisti uniti dal comune obiettivo di rendere più sostenibili i loro concerti, (EcoRider), e una rete di locali, in particolare della night life, che non servono più plastiche monouso ai propri clienti (No Plastic More Fun).
PESCA SOSTENIBILE: con il progetto SEAstainable promuoviamo la pesca artigianale locale educando ad un consumo ittico responsabile e valorizzando il pesce “trascurato”.
AREE MARINE PROTETTE: con il progetto 30×30 abbiamo creato un’alleanza nazionale di associazioni per ottenere dal governo italiano la protezione del 30% delle coste italiane entro il 2030, oltre al recente progetto di riforestazione marina della posidonia in collaborazione con ZeroCO2.
OCEAN RESPONSEABILITY: responsabilizziamo le aziende avvicinandole al mare, creando un network di realtà corporate impegnate nella salvaguardia dell’ambiente marino.
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Stefano Pedone