Della proposta del consigliere regionale Davide Natale, di costituire un catasto dei vigneti storici ed eroici liguri, ne abbiamo molto sentito parlare nelle ultime settimane, segno che si tratta di qualcosa di cui molti avvertono l’importanza.
«Io sono di Biassa (ndr frazione del comune di La Spezia verso le Cinque Terre), uno tra i territori che negli anni ha vissuto un veloce e progressivo abbandono dei campi. Si è passati dal vivere della terra, tra bestiame e vigna, come si trattasse di un secondo lavoro al totale distacco». Parte da qui Davide Natale, dalla sua esperienza e dalla sua memoria storica, perché in effetti è già da qui che emerge una delle peculiarità/criticità di molti territori liguri.
Laddove esistono terrazzamenti e muretti a secco, esiste un territorio fragile e l’abbandono di questi comporta inevitabilmente il loro crollo e conseguenti franamenti a cascata che possono propagarsi lungo tutto il dorso della collina. Ma non solo, racconta: «anni fa per conferire all’Associazione “Per Tramonti” 1500 metri di terreno si sono dovute ricostruire ben quaranta proprietà». Ecco che con un breve aneddoto si giunge alla seconda criticità, la frammentarietà di molti terreni.
Di qui, seguendo le linee tracciate dalla normativa europea, la difficoltà di mettere insieme terreni sufficientemente grandi da ottenere diritti di reimpianto atti a sostenere un’attività di livello imprenditoriale. Ecco, è qui, nel tentativo di risolvere queste difficoltà, che entra in gioco il catasto dei vigneti storici ed eroici.
«Bisognerà, all’interno della cornice della normativa nazionale, identificare i vigneti storici e/o eroici attraverso una norma regionale e stabilire di conseguenza i rispettivi diritti di reimpianto – a seguire si potrebbe stabilire un corollario alla normativa con valorizzazioni e promozioni o addirittura marchi, per i territori». Il catasto dei vigneti storici ed eroici potrebbe agire contemporaneamente su diversi importanti temi per la nostra regione: ripopolare alcuni territori dando impulso alla viticoltura, agevolando chi vuole farne un’attività imprenditoriale, specie nelle ormai famose zone eroiche, gettando al contempo le basi per combattere il dissesto idrogeologico preservando l’integrità dei muretti a secco.
Davide Natale a questo punto preannuncia già quello che sarà il suo prossimo passo, la proposta cioè di una gestione pubblica dei muretti a secco del Parco delle Cinque Terre.
Il punto è: l’abbandono genera un danno. Comunque lo si voglia intendere. La necessità è agire per evitarlo.