Tovo, nome di pietra, “tuvu”, uno strapiombo di tufo, in una delle tante contrade che caratterizza un comune unico, per caratteristiche storiche, di ingegno, di “homo faber”.
La Storia, quella dei potenti, parla dei Vescovi di Albenga (quando la chiesa era potere vero, non solo morale), della Repubblica di Genova, della Spagna, di truppe napoleoniche che passano, devastano, costruiscono, come in tante altre contrade ligustiche, ma qui, a Tovo San Giacomo, con le sue oggi frazioni, un tempo contrade, Bardino Vecchio e Bardino Nuovo, hanno caratteristiche diverse, uniche. Il sito del Comune riassume mirabilmente la storia del paese: “Centro agricolo della val Maremola, situato alla sinistra del torrente sulle pendici meridionali del colle dei Folchi (321 m). Antico possesso dei Vescovi di Albenga, fu compreso nella marca aleramica (secolo X), passò a Bonifacio del Vasto (1091) e, nel secolo XII, ai Del Carretto marchesi di Savona e di Finale. Passò alla Spagna nel 1598 ed alla Repubblica di Genova nel 1713. Del castello feudale restano le rovine sul colle dei Folchi. La parrocchiale di San Giovanni Battista a Bardino Vecchio, rimaneggiata in epoca moderna, è affiancata da un campanile trecentesco. Di costruzione barocca la parrocchiale di San Sebastiano (1681-1708) a Bardino Nuovo e la parrocchiale di Tovo”.
Tovo San Giacomo, oggi, è soprattutto alcune realtà di spicco, come il Museo dell’Orologio da Torre della famiglia Bergallo, con vere opere d’arte e di tecnologia arrivate sino all’Antartide. Un Museo che nasce dalla volontà dell’ultimo orologiaio, Giovanni Bergallo, che espresse il desiderio di donare la sua collezione al proprio paese per esporla come testimonianza dell’arte orologiaia e della tradizione familiare per le macchine del tempo. I Bergallo costruirono orologi da torre fra il 1861 e il 1980 nella casa-officina dove si svolse tutta la loro attività. I loro orologi furono installati in Liguria, Piemonte, Val d’Aosta, Valtellina e quello più lontano in Patagonia. Gli orologi esposti sono pezzi autentici (il più antico risale al XVI secolo) raccolti dalla famiglia Bergallo stessa e provenienti da donazioni di collezionisti, chiese ed altri enti. Oltre agli orologi il museo propone quadranti, lancette, “stranezze” provenienti da campanili, carrucole, tutti oggetti attestanti una ricca storia della tecnica e della meccanica orologiaia ormai irripetibile. Tovo San Giacomo, che merita una visita anche per le sue ricchezze artistiche in chiese e palazzi nobiliari, ha una capacità di andare “oltre” anche nei suoi monumenti, come quello, unico in Italia, del Cristezzante, una figura tipica della Liguria: il portatore dei “Cristi”, le croci, lignee, pesanti, difficili da mantenere in equilibrio, che trasporta la statua sacra accompagnandola da sudore, a volte sangue, quasi sempre bestemmie trasformate in preghiera, durante le lunghe processioni delle confraternite.
Una curiosità: la biblioteca civica è intitolata a Mario Borsalino, il celebre imprenditore alessandrino dell’omonima fabbrica di cappelli famosa in tutto il mondo. Borsalino era anche un appassionato aviatore e, il 17 gennaio 1907, fu protagonista di un rocambolesco incidente in mongolfiera proprio mentre stava attraversando i cieli di Tovo San Giacomo e di un altrettanto fortunoso atterraggio proprio nel centro del paese.
Ovviamente Tovo San Giacomo non è solo storia e tradizione, è cibo, olio, vino, sentieri. Bergallo, ad esempio, è un ristorante di tradizione, capace di proporre grandi piatti del territorio, così come Cà di Giurni o il Ristorante Bosio solo per citarne alcuni. Poi le strutture, tutte di qualità, come il Casale Resort, una Spa conosciuta in tutto il nord Italia, capace di unire benessere e gastronomia, Peq Agri Resort, con orti, animali, vigneti per una vera esperienza nella natura e l’Agriturismo Camping Farm collocato all’interno di un’azienda agricola orto-frutticola che prende il nome dal frutto presidio Slow Food Albicocca di Valleggia. Del resto la natura, a Tovo San Giacomo, Bardino Vecchio, Bardino Nuovo è generosa, lussureggiante.
La sentieristica permette lunghe passeggiate, a piedi o in Mtb, ma anche escursioni più impegnative lungo la Val Maremola, magari sino ad arrivare in quota, al confine con la Valle Bormida.
Una visita la meritano anche le varie aziende che coltivano il “verde”, ruscus ed altre fronde, caratteristiche produzione della valle, conosciute e apprezzate dai fioristi di tutta Italia per le composizioni floreali. Un tuffo nella storia, nel gusto, nella natura, a pochi chilometri dal mare, uno dei borghi ideali per una vacanza in Liguria.
Stefano Pezzini