Augusto Manfredi racconta i vini di Sancio maturati nella ceramica

Augusto Manfredi è un grande sommelier, sponda Ais, profondo conoscitore dei vini liguri, amico di vecchia data, che per Liguriafood e il blog gemellato Liguriaedintorni, ha scritto questo interessante articolo su una evento svoltosi lunedì pomeriggio al Vescovado di Noli con protagonista il vino dell’azienda agricola Sancio.

 

Nel meraviglioso panorama che offre la terrazza del ristorante Il Vescovado a Noli si è svolta lunedì 26 luglio la presentazione di tre vini da parte dell’azienda agricola Sancio di Spotorno. Si trattava di tre nuovi prodotti realizzati  con tecniche innovative, primi tentativi nel ponente Ligure.

Il primo prodotto (etichetta Lady Chatterly), era uno spumante metodo classico a base di Lumassina, antico vitigno presente in questa zona della riviera Ligure di Ponente. E’ un vitigno un po’ particolare, allevato fino a poco tempo fa con una spalliera con i pali costituiti da lunghi rami di castagno che fungevano da tutori alle viti e che raggiungevano altezze ragguardevoli, arrivando anche oltre i tre metri. Viaggiando lungo la A10 in direzione di Genova , si potevano agevolmente scorgere subito prima della galleria di Tosse.

Questo tipo di allevamento consentiva uno sviluppo notevole dei tralci, con una produzione elevatissima di uva, fino a 30 kg per pianta. Ovviamente una produzione così elevata portava all’uva poca struttura ed il vino aveva una evidente acidità.

Con le nuove tecniche di allevamento si è cercato di rendere i vini più strutturati in modo che l’acidità fosse bilanciata meglio dalla struttura.

Un vino di questo genere si presta molto alla spumantizzazione. In questo caso l’azienda ha preferito ricorrere alla tecnica del metodo classico, ovvero la rifermentazione in bottiglia. Dopo la prima fase, la presa di spuma, i lieviti che hanno ormai esaurito il loro compito si decompongono e donano al vino un migliore corredo aromatico ed una maggiore struttura.

In questo caso la permanenza sui lieviti è di 26 mesi. Il vino risulta elegante, con una bella presenza di acidità, e le bollicine hanno una bella finezza. Accanto alle note floreali e fruttate, abbiamo note fragranti di crosta di pane.  Davvero interessante.

Gli altri due vini, realizzati da uve Lumassina e Vermentino, hanno in comune l’uso di un contenitore molto antico come concezione, la terracotta, con tecniche moderne di realizzazione recuperate dall’azienda vadese Clayver

La terracotta era molto porosa e richiedeva il rivestimento interno con cere o prodotti vetrificanti per impermeabilizzare le pareti. Quelle usate in questo caso sono realizzate con argille selezionate e cotte a 1200° generando una struttura molto più compatta e praticamente impermeabile, con un ridotto scambio con l’esterno.

Trattandosi di primi esperimenti era molta la curiosità per riuscire a cogliere le differenze. In effetti questi vini conservavano in pieno le loro caratteristiche di tipicità, a partire dai profumi , sempre netti e precisi, donando al vino un bell’equilibrio ed un ingresso in bocca largo e avvolgente, con una mitigazione delle piccole asperità gustative dovute agli acidi presenti. Questa caratteristica è balzata subito all’attenzione soprattutto nella Lumassina.

Per quanto riguarda il Vermentino il discorso è un po’ più complesso perché il vino è sicuramente più importante. In questo caso risulta con una struttura davvero buona, con profumi netti di frutta a polpa bianca (mela) di fiori freschi con un tipico e bellissimo sottofondo salmastro, che il Vermentino esprime in maniera importante. Altra caratteristica positiva è la buona presenza di sostanze minerali che da al vino una bella sensazione sapida, che induce abbondante salivazione. Invitiamo il produttore a conservarne qualche bottiglia da assaggiare in anni successivi, prevedo sviluppi sorprendenti.

Considerazioni finali: complimenti al produttore per la voglia di sperimentare soluzioni nuove e complimenti ai produttori delle botticelle in gres per aver realizzato un prodotto innovativo che mantiene in modo ottimale le caratteristiche dell’uva.

 

Augusto Manfredi

 

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