Baci (e altro) da Alassio!

Dici Alassio e pensi a una delle più eleganti e ricercate località turistiche Liguri, capace di attirare ogni anno centinaia di migliaia di turisti italiani e stranieri innamorati della sua celeberrima spiaggia dorata e del suo eccezionale clima in ogni periodo dell’anno. Oppure pensi alla Alassio del glamour, le scintillanti vetrine dei negozi del Budello, gli aperitivi fronte mare o davanti al famoso Muretto… 

Questa Alassio da cartolina, intrisa di fascino e bellezza, elegante e suadente, racconta solo un aspetto di questa cittadina baciata dalla sorte, perché accanto ad essa c’è una Alassio di gusti e tradizioni che una volta scoperti non si dimenticano più. Il nostro viaggio nei prodotti De.Co. di Alassio comincia da Solva, borgo collinare che offre panorami spettacolari sul golfo sottostante; qui ogni anno ad aprile, in occasione della sagra omonima, si possono gustare le biscette, caratteristici biscotti croccanti la cui forma a esse richiama appunto le bisce. Leggenda narra che le donne di Solva realizzarono questi biscotti come ringraziamento alla Madonna, alla quale avevano chiesto intercessione per porre fine all’invasione di questi animali. 

Da Solva ci trasferiamo a Moglio, altro antico borgo collinare alle spalle di Alassio, dove il nostro viaggio di gusti e leggende si arricchisce di nuovi capitoli. Qui abitavano i Tonnarotti, pescatori specializzati nella pesca e nella lavorazione del tonno, impiegati stagionalmente anche nelle tonnare di Sicilia e Sardegna, dalla cui esperienza nacque negli anni la ventre, un piatto per i palati più coraggiosi, a base di trippa di tonno essiccata cotta in umido con patate, pomodori, pinoli, prezzemolo, carota, cipolla, aglio e alloro, riproposto ogni anno in occasione della sagra dedicata che si svolge la prima domenica di agosto. Sempre a Moglio troviamo la Tumatetta, una salsina ottenuta facendo cuocere a fuoco lento per un paio d’ore pomodori con cipolla, basilico, sale e olio extravergine d’oliva; un ottimo abbinamento di questa salsa è con le classiche acciughe fritte. Altra sfiziosa specialità della tradizione ligure, le frittelle di verdure di stagione, qui a Moglio prendono il nome di Mugnarelle, il soprannome con cui erano chiamate le giovani donne del borgo. 

Avrete ormai compreso che ogni quartiere di Alassio ha il suo piatto da raccontare, con origini che, quando non derivano da miti e leggende popolari, più prosaicamente sono dettate dal bisogno e dall’ingegno. Come il Machetto, pasta di acciughe lavorata al mortaio con sale, olio e burro, nata proprio dal bisogno di non perdere neppure la parte più povera del pescato; si realizzava infatti con le acciughe rimaste incastrate nelle reti e non vendibili, ma non per questo meno gustose.  D’altronde le acciughe sono sempre state il “pane del mare”, e tali sono ritornate ad essere in questo inizio di nuovo millennio, grazie alla creazione dell’acciugotto, delizioso panino a base di acciughe alla ligure condite con un pesto di prezzemolo, capperi, pane, aceto bianco e olio extra vergine di oliva. 

Nel popolare rione Fenarina un altro piatto forte della tradizione ligure, le sardine ripiene, sono preparate in una variante che prevede che i pesciolini, una volta puliti, vengano cosparsi con un ripieno a base di mollica di pane ammorbidita nel latte e trito di bietole, prezzemolo, poco aglio, maggiorana, parmigiano, uova, sale e pepe, infine ricoperte di pane grattugiato e fritte in olio bollente. 

Da Fenarina a Borgo Ba-russo il passo è breve e l’ora è quella giusta per gustare un buon dolce, come i gumeletti, deliziosi dolcetti di pastafrolla ripieni di confettura di albicocca, creati all’inizio del secolo scorso dalla Gigiolla, così era soprannominata la Signora Teresa Quartara, che deliziava residenti e turisti con le dolci creazioni della sua bottega. Se i gumeletti si trovano quotidianamente in bar e pasticcerie di Alassio, per assaporare le deliziose frittelle di mele, i “friscioi de Meira” bisogna aspettare la festa annuale di Borgo Coscia di inizio settembre; all’ombra del suggestivo torrione medievale affacciato sul mare si celebra la vittoria contro i pirati saraceni che provarono invano a invadere Alassio nel 1500. 

Se non si può lasciare Roma senza aver gettato una monetina nella fontana di Trevi, non si può lasciare Alassio senza aver assaggiato il dolce che l’ha resa celebre nel mondo, ossia i Baci di Alassio. La loro creazione risale all’inizio del secolo scorso, quando il pasticcere Rinaldo Balzola, fondatore del Caffè Pasticceria Balzola, locale storico d’Italia che consigliamo vivamente di visitare per le sue delizie e l’atmosfera d’altri tempi, pensò alla creazione di un dolce che i turisti di allora potessero portare a casa come souvenir. Oggi come allora i Baci di Alassio sono il miglior ricordo della città del Muretto che potete scegliere di portare a casa; dei baci di dama riprendono solo la forma, dato che ingredienti e consistenza cambiano completamente. I Baci di Alassio sono composti da un impasto di nocciole miscelate con zucchero e uova, al quale si aggiunge il cacao e il miele; dalla caratteristica forma a rosella, i due gusci sono sigillati e uniti da una ganache di cioccolato. Alla famiglia Balzola (che meriterebbe un articolo a parte, e non escludiamo di realizzarlo in un futuro prossimo), si deve la creazione di altre specialità, come il Pane del Marinaio, variante Alassina del classico pandolce genovese, e l’Amaro del Saraceno, realizzato con oltre 40 tipologie di erbe ed essenze del territorio. Il momento migliore dell’anno per gustare contemporaneamente tutte le specialità De.Co di Alassio è quello dell’Immacolata, quando, nella centralissima Piazza Matteotti vengono allestiti per tre giorni stand gastronomici che propongono tutte le specialità alassine. 

Andrea De Nicolo

Fonti: sito web www.visitalassio.eu e www.lamialiguria.it

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