Le Terre del Moscatello hanno una sede per promuovere il vino di Taggia

Altro importante passo, ieri, per la Rete d’Imprese agricole “Terre del Moscatello”, con l’inaugurazione della sede, che fungerà da punto vendita e da luogo ove verranno ospitate le degustazioni e le visite guidate. Sito nel centro storico di Taggia, dove un tempo c’era l’Osteria Germinal, l’Enoturismo Terre del Moscatello sarà il fulcro delle attività della Rete, la quale beneficia di un finanziamento della Regione Liguria e della Unione Europea, nell’ambito della Misura 16.04 del P.S.R. Liguria 2014/2020. All’inaugurazione erano presenti il vice Sindaco di Taggia Chiara Cerri, che ha tagliato il nastro, e l’Assessore al Turismo della Regione Liguria Gianni Berrino, i quali hanno apprezzato l’iniziativa e i potenziali risvolti, sia per le produzione agricole che per il mercato turistico. Il Presidente della Rete Marco Risso e Eros Mammoliti, socio e studioso dei vitigni antichi hanno brevemente illustrato la vocazione della Rete di Imprese. Presente tra gli altri il Prof. Alessandro Carassale, che con il libro “l’Ambrosia degli Dei” (Atene Edizioni, 2002) ha suscitato l’interesse al recupero da parte dei vignaioli e che ha fornito le fonti storiche su cui è stata basata la ricostruzione dell’epopea del vitigno.

Nelle prossime settimane, dopo un comprensibile periodo di rodaggio, verranno presentate le iniziative enoturistiche che la Rete d’Imprese metterà in essere per la promozione del Moscatello di Taggia e dei prodotti delle aziende agricole.

Rete d’Imprese

La Rete d’Imprese agricole Terre del Moscatello è una aggregazione di aziende del ponente ligure. 

È nata con lo scopo di promuovere la vendita dei frutti delle aziende agricole, sia il Moscatello, che gli altri vini, che gli altri prodotti.

Vi aderiscono oggi 10 produttori:

Tenutemf Srls Agricola – Imperia

Calvini Luca – Sanremo

Giannascoli Anna Maria – Bussana di Sanremo

Rovebella – Fratelli Ribul Ssa Santo Stefano al Mare

Podere Donzella di Donzella Elena – Castellaro

Lagazio Valentina – Terzorio

Da Parodi Ssa – Castellaro

Ssa Mammoliti – Ceriana

Ferrari Giacomo – Terzorio

Zunino Antonio – Taggia

Tutti gli aderenti alla Rete d’Imprese agricole Terre del Moscatello sono prima di tutto iscritti alla Associazione dei Produttori del Moscatello (www.moscatelloditaggia.it), la quale si è data l’obiettivo di garantire la qualità con un rigido disciplinare di produzione ed accurati controlli.

Riviera ligure di ponente DOC Moscatello di Taggia

Il Moscatello di Taggia è un vitigno aromatico a bacca bianca coltivato nella Riviera Ligure di Ponente. È un “Moscato bianco”, ha il grappolo a forma tronco conica e gli acini tondi di colore giallo dorato, che presentano una caratteristica “piga” all’estremità. Da questo vitigno si ottengono oggi tre vini Riviera ligure di ponente DOC, sottozona Taggia: Secco, Vendemmia tardiva e Passito.

Riviera ligure di ponente DOC Moscatello di Taggia Secco

Colore giallo paglierino lieve e luminoso. Al naso presenta un buon ventaglio aromatico, con l’aggiunta di profumi di agrumi, mandarino in particolare, frutta a polpa bianca (pera). In bocca fresco, intenso e sapido con un finale gradevolmente ammandorlato. Ottimo come aperitivo, trova particolare abbinamento anche con prodotti a base di pesce conservato sotto sale, come salatini con acciuga, pasta alla bottarga, sardenaira con acciughe.

Riviera ligure di ponente DOC Moscatello di Taggia Vendemmia tardiva

Colore giallo paglierino intenso e vivo, profumi aromatici e fruttati, frutta sotto spirito e scorza di agrumi candita, floreale con qualche leggera speziatura. Pieno ed equilibrato con un finale lungo e piacevole. Abbinabile con formaggi stagionati e dolci con poco zucchero.

Riviera ligure di ponente DOC Moscatello di Taggia Passito

Colore dorato intenso con leggeri riflessi ambrati, ampio ventaglio aromatico con fiori appassiti, frutta disidratata, scorze di agrumi candite, frutta secca, spezie. In bocca sontuoso ed equilibrato, con un residuo zuccherino che non diventa mai stucchevole. Abbinabile con formaggi erborinati e dolci strutturati (ad esempio Pandolce genovese e Stroscia di Pietrabruna).

Storia

Del Moscatello di Taggia si ha notizia per la prima volta nel 1416, ma già nei decenni precedenti, negli Statuti comunali di Taggia, veniva dato grande spazio alla tutela dell’uva in maturazione e nel periodo della vendemmia. Non esistono sino ad ora riferimenti diretti al Moscatello di Taggia per i periodi precedenti, tuttavia in alcuni documenti del 1259 si parla di grandi vigneti a Bussana e ad Arma, tra cui la cosiddetta “vigna dei monaci”. Addirittura, esiste un documento del 979, nel quale il vescovo di Genova Teodolfo concede ad alcune famiglie la possibilità di mettere a coltura le terre da tempo abbandonate tra Sanremo e Taggia, prescrivendo l’impianto della vite.

Dal Cinquecento in avanti, la fiorente trattatistica enologica sottolinea sempre l’importanza di questo vino ligure, ottenuto da omonimo vitigno aromatico, nel panorama vinicolo nazionale, in cui si distingue per l’indubbia qualità e la rinomanza raggiunta grazie al felice inserimento sui mercati di Roma e del nord Europa, dove risulta uno dei più costosi e importati. 

Nel 1445, ad esempio, Simone Grillo, mercante genovese, carica a Taggia 131 botti di vino da trasportare verso i porti dell’Inghilterra e delle Fiandre. A Roma giungono 25 botti di Moscatello: le fonti doganali comprovano che tale nettare aveva un valore spesso anche superiore a quello dei vini più costosi e pregiati del Quattrocento.

Oppure, nel 1559, il Moscatello di Taggia viene celebrato tra i migliori vini d’Italia da Sante Lancerio, “bottigliere” di Papa Paolo III: Il Moscato o Moscatello “viene all’alma Roma da più provincie, e per mare e per terra, ma il meglio è quello che viene dalla Riviera di Genova da una villa nomata Taglia, e quelli non hanno del cotto come quelli di Sicilia e di Montefiascone. A volere conoscere la loro perfetta bontà, bisogna non sia di colore acceso, ma di colore dorato, non fumoso e troppo dolce, ma amabile, et abbia del cotognino e non sia agrestino”.

Ma nel gennaio del 1709 il gelo distrugge le colture. Contestualmente, la notevole e continua richiesta di olio proveniente dalla manifatture del sapone di Marsiglia stimola i contadini a tagliare le viti e a diffondere maggiormente l’olivo.

Intorno al 1820-1830, Giorgio Gallesio, noto naturalista di Finale, nella sua Pomona Italiana scrive che ormai i “Moscati sono caduti tutti”, compreso quello di Taggia, e non “ardiscono più comparire nelle mense di lusso, ove si preferiscono i Madera, i Heres, i Ximenes”.

Dal 1889 al 1891 l’epidemia di fillossera distrugge gli ultimi vigneti taggesi e riduce notevolmente quelli di Bussana; la piaga determina la pressoché definitiva scomparsa del vitigno moscatello dai filari.

Agli inizi del nuovo millennio comincia l’attività di recupero, da un’idea della Comunità Montana Argentina-Armea. Successivamente, un gruppo di produttori appassionati stimolati dal libro l’Ambrosia degli Dei del Prof. Alessandro Carassale, è andato in cerca delle piante superstiti sul territorio, le ha studiate per oltre un decennio coinvolgendo importanti istituzioni scientifiche come l’Università di Torino ed il CNR di Grugliasco, al fine di moltiplicare la varietà originale. Le nuove piante ottenute dalla ricerca sono state messe a dimora dai produttori associati per riprendere la produzione del celebre nettare.

 

Enoturismo

L’attività della Rete di Imprese agricole “Terre del Moscatello” avrà come centro principale la sede di via Cardinal Gastaldi 15B a Taggia (IM), nell’ex Germinal, in pieno centro storico. Qui verranno proposti, su appuntamento e per piccoli gruppi, assaggi, vendita diretta, degustazioni dei prodotti delle Aziende agricole e verranno organizzati eventi promozionali indirizzati a target specifici, con l’obiettivo di posizionare il Moscatello di Taggia su livelli di eccellenza: Ristoratori, Operatori del settore turistico, Giornalisti, Appassionati (vino, gastronomia, tradizioni), Enti pubblici. Le aziende agricole sono impegnate nella creazione del piano di comunicazione e disseminazione, che verrà presentato nelle prossime settimane.

 

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