Domenica 10 novembre a Murialdo, in Borgata Isoletta, Festa dei Tecci e battitura della castagna secca con esposizione di prodotti artigianali e agroalimentari della zona. La festa comincia alle 11 con un incontro dal titolo Ambiente ed enogastronomia: nuovi turismi per la Val Bormida. A moderare l’incontro il giornalista Luca Maragliano, mentre i partecipanti sono Andrea Carpi, giornalista, Stefano Pezzini, giornalista ed enogastronomo e Viviana Spada, giornalista e scrittrice. Alle 12 apertura degli stand gastronomici e, alle 14, tradizionale battitura della castagna di Murialdo e Calizzano (presidio Slow Food).
Ed ecco come descrive Slow Food la tradizione:
In Val Bormida sopravvive un’antica tecnica un tempo diffusa in tutto l’arco appenninico ligure e nelle valli piemontesi: l’essiccatura delle castagne nei “tecci”. I seccatoi, o tecci, sono piccole costruzioni in pietra di un solo locale con il tetto di scandole. All’interno, all’altezza di due o tre metri da terra, un soffitto di graticci in legno, la graia, permette al calore e al fumo di raggiungere le castagne. Ancora oggi, nei castagneti dell’Alta Valle Bormida, si trovano tecci attivi nascosti fra alberi secolari. Dopo la raccolta, le castagne, prevalentemente della varietà Gabbina (o Gabbiana), si pongono sui soffitti a graticcio, sopra un fuoco basso e costante alimentato dalla potatura dei castagni o dalla pula. A mano a mano che procede la raccolta, gli strati aumentano: in totale l’affumicatura si protrae per due mesi circa. Al termine delle varie fasi di raccolta, le castagne si girano, portando quelle inferiori allo strato superiore per rendere uniforme l’affumicatura. Dopo questa operazione, detta “girata”, le castagne sono esposte al fumo ancora per cinque, dieci giorni e poi battute per eliminare la scorza. Usando le castagne essiccate, a Natale, con i frutti più grandi e belli, si preparano tradizionalmente le viette: la ricetta prevede di lessare le castagne secche per cinque ore in una pentola con un peso sopra che le mantenga sempre completamente sommerse dall’acqua. Particolarmente dolci, hanno un sapore che ricorda la frutta candita.
“I giovani produttori hanno dato una ventata di speranza per il nostro territorio”, commenta Luca Ghisolfo, referente Slow Food del Presidio. Per quest’anno si prevedono di lavorare 250 quintali che diventano 50 di prodotto seccato. “Oggi ci sono 5 produttori e 5 trasformatori all’interno del Presidio Slow Food, anche se molti producono senza il sigillo della chiocciola. Il punto è che la castagna dei tecci, che ha un buon valore economico, amplifica le sue potenzialità se lavorata come confettura, come farina per biscotti e paste, come ingrediente per la birra. Come per tutti i prodotti liguri bisogna farli conoscere e promuoverli”, dice ancora Ghisolfo.
“Il fatto di avere una decina di associati, tra produttori e trasformatori, di avere un mulino che macina le castagne per trasformarle in farina, fa sì che la cura dei castagneti e la loro valorizzazione possa tornare ad essere realtà, l’entusiasmo di sabato sembra dirci che siamo sulla buona strada”, conclude Ghisolfo.