La battaglia per il pesto Patrimonio dell’Umanità Unesco?
“Sarà lunga, ma giusto crederci. È un percorso insidioso e complicato, ne sanno qualcosa gli amici del Prosecco. Tuttavia, il pesto lo merita perché è un prodotto di grande qualità. Forse, non sarò io come ministro a vedere la fine del percorso, però, risulta necessario proseguire in questa direzione”.
Lo ha detto Gian Marco Centinaio, ministro delle politiche agricole e del turismo. Parole pronunciate durante la sua visita ligure di fine inverno tra Sanremo, il Cersaa di Albenga, Genova e Rapallo. Nel capoluogo ligure, guardando lo splendido panorama dall’incantevole cornice di Terrazza Colombo, anche una parentesi gustosa alle prese con mortaio e pestello guidata dagli organizzatori del campionato del mondo. Tra i temi prioritari, nell’agenda di Gian Marco Centinaio, anche il futuro dell’olio di qualità. Come tutelare un’esperienza quale il Dop Riviera Ligure? Il titolare del ministero delle politiche agricole indica la Spagna come paragone:
“In pochi anni, lo stato iberico è passato da importatore a esportatore. L’ha fatto con un piano nazionale chiaro, finalizzato al rilancio dell’agricoltura. L’Italia farà qualcosa di simile perché resti qualcosa a chi verrà dopo la nostra gestione. Entro fine anno, scatteranno tavoli di strategia che evidenzieranno determinati prodotti su cui il governo punterà in modo decisivo. Impossibile investire su tutto, ma certamente in quella lista ci sarà l’olio di qualità che attraverso l’intera filiera del Dop Riviera, in Liguria, mette assieme 1000 imprese. Oggi il piano olivicolo italiano fa acqua”.
E nel ragionamento potrebbe rientrare pure i miticoltori spezzini. Tuttavia, la crociata in campo turistico, quanto in quello enogastronomico, traguarda a una promozione unica. La sintesi di Gian Marco Centinaio:
“Il nostro Paese, troppo spesso si presenta all’estero come una armata Brancaleone. In giorni e momenti diversi, andiamo a proporci con offerte diverse tra ente nazionale del turismo, Regioni, Province. Dobbiamo costruire un sistema Italia che diventi più credibile”.
Conclusione, destinata a due differenti capitoli. Il primo riguarda un impegno legato all’appennino ligure non differente dal resto del contesto nazionale, la salvaguardia delle piccole botteghe di commestibili attive in altura:
“Non sarà facile garantire detassazioni mirate. Ahimè, questo non è stato possibile per i terremotati. Tuttavia, in collaborazione con enti regionali e camerali, vanno trovate soluzioni simili ai bandi avviati qui in Liguria”.
Infine, il capitolo dell’isolamento infrastrutturale che provoca conseguenza anche ad aziende alimentari e attività ricettive. Caso eclatante, il caos Cinque Terre:
“Numero chiuso? Forse sì, sediamoci al tavolo e parliamone. Importante, evitare l’inserimento di nuovi balzelli. Abbiamo già la tassa di soggiorno e altri strumenti che fanno sempre pagare i turisti. Se continuiamo così alla fine sceglieranno altri luoghi”.
di Gilberto Volpara