Sommariva: da più di un secolo non solo olio

In principio fu Domenico con la moglie Rosa, genovese, che come tanti altri abitanti della Val Polcevera, all’inizio del secolo scorso viene «cacciato» dallo sviluppo industriale verso la Piana ingauna. Nasce così, nel 1915 l’Azienda agricola Sommariva, famosa oggi in tutta Italia per l’olio, il vino, e le salse liguri. Giobatta, il figlio di Rosa e Domenico, torna dalla Prima Guerra mondiale e sposa «Mumina» Ferrari di Villanova d’Albenga. È da loro che nasce Domenico «Nino» che,  nel  1960 subentra allo zio Checchin Navone nella gestione dell’antico frantoio costruito sulla cinta muraria di Albenga. Ed è sempre Nino che, nel  1972, intuisce che il futuro è nel biologico e decide  di investire in agricoltura biologica e convertire le coltivazioni secondo il primo disciplinare del regolamento di Agricoltura Biologica. Oggi la produzione bio è del 60 per cento. Ed è sempre Nino, coadiuvato dalla moglie Bugi, ad «inventare» il «caviale del Centa», il patè di olive taggiasche che oggi è diffuso in tutta italia.

Agostino Sommariva, «anima» del frantoio e dell’azienda agricola, da qualche numero: «Siamo e vogliamo restare un’azienda artigianale, il nostro fatturato è sui 2 milioni e 200 mila euro l’anno, e i nostri prodotti vanno per il 65 per cento sul mercato italiano e il restante 35 all’estero. Vendiamo direttamente sotto le volte del frantoio, on line e nell’ho.re.ca., c’è una grande richiesta di olio e prodotti liguri, a cominciare dalle taggiasche, quelle vere, nostre, in salamoia, sia dai consumatori che dai migliori ristoranti».

La Sommariva da lavoro a 15 persone tra frantoio, laboratorio, e azienda agricola. La produzione varia dagli olii alle salse (il pesto fatto col suo basilico, i patè di pomodori secchi e di carciofi, i carciofini sott’olio e tantissime altre delizie), dai vini doc (di assoluta eccellenza il Rossese di Campochiesa, ma anche il Pigato non scherza, in totale 12 mila bottiglie di doc) ai prodotti per la cosmesi rigorosamente a base di olive. Tanti successi (Agostino, col fratello Gianni, è stato olimpionico di vela) ma anche qualche drammatico inciampo come la scomparsa, ancora giovanissima, di Mina, la terza sorella. In questi giorni l’antico frantoio sistemato nelle mura medioevali del centro storico (c’è, in piazza Bolla, il moderno laboratorio dove vengono preparate le salse e gli intingoli), è in fermento. Come ogni anno, infatti, dal 1 al 24 dicembre lo storico punto vendita è preso d’assalto dai buongustai per prepararsi alle feste natalizie, per i pranzi in famiglia, certo, ma anche per i cesti regalo, dove accanto ai vari cru di olio ligure, alle salse, ai patè, si possono inserire paste tipiche della Liguria, dalle trofie ai mandilli, preparate da alcuni dei migliori pastifici artigianali (San Giorgio di Ceriale e Fiorini di Varazze, tra gli altri), tonno sott’olio di qualità estrema preparato da un laboratorio artigianale siciliano con il nostro olio bio, e tante altre prelibatezze. Intanto, tra gli antichi saloni, si sta aggirando la quinta generazione, Alice, 25 anni e G.B., 21, studente di Agraria a Torino, che affiancano Agostino e la moglie Anna nella gestione dell’azienda pluricentenaria.

A fare grande il frantoio anche il museo che espone la storia di uno dei lavori più antichi e importanti della regione Liguria. In esso è custodita tutta la storia della civiltà dell’olio, ma anche tanta arte contemporanea dalla pittura, passando per la scultura arrivando alla fotografia; in queste sale infatti la Famiglia Sommariva offre ad artisti, pittori e fotografi in primo luogo, la possibilità di esporre le proprie opere. Il museo ha ospitato personaggi del calibro di Moni Ovadia, Federico Moccia, Antonio Ricci, Carlo Denei, Vittorio Sgarbi.

Stefano Pezzini

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