La guida ai vini del Gambero Rosso è, per il mondo del vino, quel che la Michelin è per la ristorazione: la si può amare o criticare, si può essere d’accordo con i giudizi (bicchieri in questo caso), ma rimane il punto di riferimento per la critica. Così, mentre la vendemmia sta terminando, i produttori sono in attesa dei responsi. E, aspettando che la guida cartacea sia in libreria, sul sito del Gambero Rosso ci sono i primi verdetti, quelli dei tre bicchieri, come dire l’eccellenza. La Liguria del vino sta crescendo, e il fatto che la guida premi con i 3 bicchieri ben sette vini liguri (ricordiamoci sempre che la produzione regionale è minima rispetto a Piemonte, Toscana, Sicilia o Puglia, solo per citare alcune regioni con produzioni di rilievo) è una conferma di questo trend. Ma ecco cosa scrive il Gambero Rosso e, di seguito, le sette eccellenze, tre in provincia di La Spezia, altrettanti in provincia di Imperia e uno in provincia di Savona.
L’immagine che ci consegnano le nostre degustazioni annuali ci mostra una Liguria enologica in perfetta salute, e in grande spolvero. Cosa non facile dove le vigne sono lembi di terra strappati con forza dall’uomo alla montagna, e dove sono poche ragguardevoli eccezioni le cantine – a parte le strutture cooperative – che possono vantare un parco vigne di più di dieci ettari. Attraverso un lavoro di secoli i vignaioli della regione hanno ricavato poggio su poggio, creando muretti di contenimento a secco con le pietre del posto, dove poter piantare viti e ulivi per il fabbisogno familiare.
Oggi tutto questo paga: qui si ottengono vini dal carattere unico, da questi terrazzamenti panoramici affacciati sul mare, infatti, non si gode solo un meraviglioso panorama mediterraneo. In questi vini il Mediterraneo lo si respira letteralmente, con i suoi profumi balsamici e di macchia, il vento salmastro, le rocce arroventate dal sole, le erbe aromatiche e gli agrumi, elementi che qui hanno sapori e profumi straordinariamente intensi. La definizione di viticoltura eroica nasce proprio per raccontare queste piccole realtà artigianali, dove ogni vendemmia è un miracolo d’impegno, sudore e fortuna, specie oggi, in epoca di repentini cambiamenti climatici. Ma il vignaiolo ligure ha una tenacia innata, ed è abituato a vincere le sfide: contro il tempo, contro le mode, contro i mercati globalizzati che vorrebbero numeri produttivi impensabili in questa regione.
Quest’anno premiamo sette di questi artigiani, sei veterani e una new entry, che vanno a comporre un perfetto quadro descrittivo della Liguria del vino. Dai Colli di Luni ci arrivano tre Vermentino straordinari, il Fosso di Corsano di Terenzuola ’17, il Boboli ’17 di Giacomelli, che debutta nell’esclusivo club dei Tre Bicchieri, e il classico Etichetta Nera di Lunae Bosoni. Dal Ponente invece ecco tre eccellenti Pigato: il Bon in da Bon ’17 di BioVio, U Baccan ’16 di Bruna e il Via Maestra de La Ginestraia. Chiude la serie l’unico rosso, l’elegantissimo Dolceacqua Beragna ’17 di Ka Mancinè, ambasciatore di un territorio e di uno stile di vino rosso che ha sempre più appassionati. Molti sono i vini giunti alle nostre degustazioni finali, comunque, a conferma della straordinaria vitalità e del talento dei vignaioli liguri.
Colli di Luni Vermentino Boboli ’17 – Giacomelli
Colli di Luni Vermentino Lunae Et. Nera ’17 – Cantine Lunae Bosoni
Colli di Luni Vermentino Sup. Fosso di Corsano ’17 – Terenzuola
Dolceacqua Beragna ’17 – Ka’ Manciné
Riviera Ligure di Ponente Pigato Bon in da Bon ’17 – BioVio
Riviera Ligure di Ponente Pigato U Baccan ’16 – Bruna
Riviera Ligure di Ponente Pigato Via Maestra ’16 – La Ginestraia