Domenica 10 giugno si svolgerà la terza edizione della “ Festa del Moco in fiore”, considerando che sarà possibile ammirare le piantine di moco con il fiore, coltivato in appezzamenti limitrofi alla manifestazione. La festa si svolgerà a Cengio, frazione Rocchetta, anche per sottolineare il legame che ha questo antico legume con il territorio che ha dato origine al progetto di Slow Food. I Moco delle Valli della Bormida è un prodotto dell’Arca del Gusto di Slow Food e De.Co. di Cengio. Ad organizzare, in collaborazione con la Pro Loco di Cengio, l’assessorato allo Sport di Cengio, con il patrocinio della Camera di commercio Riviere di Liguria.
IL PROGRAMMA
Al mattino si svolgerà una corsa podistica non competitiva ludico sportiva (StraRocchetta) e una passeggiata (Family Run), tra appezzamenti con mochi in fiore in collaborazione con Atletica Gillardo di Millesimo. Pranzo e cena nello storico PalaZucca, dove sarà possibile degustare piatti della tradizione e innovativi con i prodotti del territorio (fra cui ovviamente il moco). Per pranzo e cena sono gradite le prenotazioni entro venerdì 8 al 347 5946213. Per tutto il pomeriggio Cucina di Strada e farinata di mochi e ceci, cotta in forno a legna, grazie all’associazione “Insieme per Cernobyl” e all’azienda La Filippa spa di Cairo Montenotte, con farina macinata a pietra dall’Azienda Agricola Molino Moretti, e per gli amanti della birra la presenza delle prodotti artigianali fra cui Birra Confine. Novità di questa edizione saranno le “prime esperienze” (gratuite) in sella ai pony Furia e Vaniglia, a cura del Centro Ippico Cairese, per tutti i bambini e ragazzi e ragazzi presenti.
LA STORIA DEL MOCO
Una “festa” per far conoscere e valorizzare i prodotti del territorio e contribuire alla difesa della biodiversità in un contesto ludico ed enogastronomico. A raccontere la storia del moco è Gianpietro Meinero, attivissimo animatori di Slow Food e “anima” della biodiversità in Val Bormida e non solo: “Il moco, questo antico legume, era già presente nella Valle Bormida dall’età del bronzo. La sua coltivazione era diffusa in molti comuni della Valle in particolare sulle alture di Cairo Montenotte e di Cengio. Grazie alla disponibilità di alcuni appassionati che avevano negli anni proseguito nella coltivazione sono stati reperiti i semi per avviare, nel 2011, un progetto di produzione sufficiente per riportare nelle campagne e sulle tavole questo legume con l’obiettivo di portareavanti una concreta difesa della biodiversità. A sette anni dall’avvio del progetto sono ormai diverse le aziende che lo producono garantendo da un lato l’approvvigionamento dei semi per la coltivazione, dall’altro una quantità sufficiente per un’uso gastronomico sia tal quale che trasformato in farine. La produzione del 2017 ha trovato collocazione non solo per la gastronomia ma per la semina in varie parti del paese, Orvieto, Taranto e paesi del vicino Piemonte, segno della forte attenzione per la coltivazione di varietà vegetali con caratteristiche particolari. Nel frattempo anche grazie alla collaborazione con il CERSAA, il Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola, azienda speciale dell’ex Camera di Commercio di Savona, questo legume è stato caratterizzato al fine di definirne i valori nutrizionali, fedeli allo slogan “semi nutrienti per un futuro sostenibile”, e per fare opera di sensibilizzazione e aumentare la consapevolezza dei molti vantaggi dei legumi, incrementarne la produzione e il commercio, nonché incoraggiare utilizzi nuovi e più intelligenti lungo tutta la filiera alimentare”.