Addio a Gualtiero Marchesi, gentiluomo del cibo e dell’arte innamorato della Liguria

Addio a Gualtiero Marchesi, uno dei padri nobili della cucina italiana moderna, rivoluzionario interprete dei sapori, amante e profondo conoscitore di arte e musica, maestro per generazioni di chef, innamorato della Liguria e della Riviera in particolare. E’ morto, a 87 anni, questo pomeriggio a Milano. Albenga lo aveva premiato con il Piatto Blu e lo vedeva spesso passeggiare nel centro storico. Altri lo racconteranno, sicuramente meglio, per la sua attività professionale. Noi preferiamo raccontarlo in maniera semplice, così come lo avevamo conosciuto, quasi per caso, e stupiti per la sua grande semplicità nonostante l’immensa cultura, non solo gastronomica.

Non sono pochi i clienti dei vari ristoranti gestiti negli ultimi trent’anni da Mirella Porro tra Alassio, Laigueglia e, ultimo, Albenga, il Mangiarino, pieno centro storico, che si stupivano nell’essere accolti da quel signore anziano, elegante e gentile, che li accompagnava al tavolo. Una figura in qualche modo conosciuta, ma dove prenderlo? Poi la folgorazione: ma è Gualtiero Marchesi, lo chef che ha accompagnato la cucina italiana degli ultimi 40 anni ai vertici della ristorazione. Da solo, nei suoi ristoranti milanesi e lombardi, o attraverso i suoi “ragazzi”, allievi come Mirella Porro, appunto, ma anche Davide Oldani e Carlo Cracco, solo per citarne due (a proposito, Carlo Cracco dopo Marchesi ha lavorato al Rosmarino, ristorante della Meridiana della famiglia Segre a Garlenda). “Ragazzi” a cui non ha insegnato solo il rigore in cucina, ma anche la forza di contestare i voti delle guide, spesso solo operazioni industriali (vedi la Michelin, 26 ristoranti francesi con il massimo punteggio, solo 5 gli italiani) al punto da spingere Gualtieri a restituire le stelle della “rossa”. I francesi la presero bene: l’anno dopo nemmeno lo citarono. Eppure aveva già creato Alma, l’università della cucina italiana a Parma, aveva già portato la nuova cucina italiana ai vertici internazionali, aveva già fatto sposare arte e gusto. Riposi in pace Maestro, ora saranno angeli e cherubini a godere dei Suoi piatti.

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