La Vallestura rappresenta il trampolino verso il sole della riviera per i campioni delle due ruote che percorrono quella vallata dal Piemonte verso il mare nella Classicissima di primavera con destinazione Sanremo. Il suo fascino non muta se percorsa in senso contrario, alla ricerca di perle nascoste del territorio, unite alle sorprese di un’enogastronomia che non tradisce in qualsiasi stagione dell’anno.
Dove
Storie di Vallestura ligure, un versante che costeggia l’autostrada di valico e prima di superare il confine alessandrino esalta tre comuni ancora compresi all’interno del genovesato: Masone, Campoligure, Rossiglione. A dirla tutta, la vera porta sull’entroterra è rappresentata da Mele: il paese che sovrasta Voltri e in grado di garantire grandi risparmi energetici alla cittadinanza grazie alla maxi pala eolica visibile anche dai viadotti sull’A26. E ognuna di queste realtà vanta una specificità museale imperdibile soprattutto se unita a una tappa sicura di buona tavola.
Attrazioni
Proprio la realtà più a sud, dove emerge il Santuario dell’Acquasanta, vanta un percorso dedicato a grandi e piccini sulla storia della carta. A Masone, invece, splende il ricordo del ferro. Sotto al castello di Campoligure, sventola la bandiera arancio dei borghi più belli d’Italia, e la cultura fa rima con filigrana. Allo spartiacque con il Piemonte, ovvero Rossiglione, emerge il Museo Passatempo: un viaggio nei divertimenti di più epoche e generazioni differenti. Ciascun richiamo merita almeno l’investimento di mezza giornata per una visita approfondita, ma la vera gioia è accompagnare quella degustazione culturale con il sapore della bontà.
Mele
Risalendo appunto la memorabile strada del Turchino, magari avendo già apprezzato una “slerfa” di focaccia voltrese, la tappa obbligata è quella di Baccicin du Caru: dal 1890 una tradizione di genuinità all’insegna dei sapori del posto. “Meticolosa ricerca di materie prime e rivisitazione di antiche ricette unite ai profumi dell’enoteca di famiglia segnano la nostra strada” dichiarano Gianni e Rosella Bruzzone, titolari del locale in località Fado.
Masone
Svalicando in Vallestura, invece, la sosta è all’insegna della dolcezza. Il manifesto paesano del gusto fa rima con “Crumiri”. Le leggende locali attribuiscono i meriti dell’invenzione a un falegname che rispetto alla pialla preferì la vita del fornaio. Tra un esperimento e l’altro, creò i biscotti basati su farina di mais e perfetto accompagnamento caratterizzato da un vino liquoroso. A rispolverare quell’arte è soprattutto la pasticceria Vigo di via Roma. Qualche centinaio più a nord, poi, brillano i produttori di miele compresi nel Parco Beigua: millefori e castagno i più diffusi e fondamentale apporto di preparazioni non solo casalinghe.
Campoligure
Ancora più in direzione Piemonte, la tipicità si chiama revezora. “Vietato chiamarla focaccia anche se, di fatto, si tratta di una variante realizzata con farina di polenta, meno oleosa e più compatta. Inconfondibile, alla vista e al gusto” spiegano nel borgo famoso pure per un presepe meccanizzato unico nel suo genere. La bontà culinaria si presenta alta circa tre centimetri e può essere acquistata soltanto nei panifici campesi. L’omaggio alla cucina contadina vale anche per la testa in cassetta. Un salume gustoso realizzato dalla lavorazione degli scarti del maiale come lingua, cotica, grasso e cartilagini arricchite con scorze di arancio cannella o mela secca. Trovare quella realmente genuina non è semplice, ma nelle vie del centro storico resistono un paio di macellerie vecchio stile.
Rossiglione
Al confine con l’alessandrino, invece, il vessillo è rappresentato dalla castagna festeggiata da oltre quattro decenni nella prima domenica di ottobre. Ma in realtà, la fermata consigliata traguarda alla focaccia lunga: più secca e sottile del manifesto genovese. “Tiriamo a mano la pasta prima di infornarla e poi si ricopre con una spolverata di farina di mais. Solo da provare, inutile raccontare oltre” spiegano tra le comunità di Inferiore e Superiore.
Mucche
Tuttavia, quel centro, resta la capitale regionale del latte. Combattono i tempi moderni, con passione e attenzione al prodotto, diversi caseifici più forti della crisi provocata qualche stagione fa dalla chiusura della centrale di Genova. Grande merito alla loro tenacia e in larga parte all’attaccamento verso le fatiche valligiane della famiglia Alberti già attiva in Liguria con l’omonimo marchio. La sintesi di Matteo Alberti: “Cosa abbiamo fatto? Un accordo con tre realtà quali Azienda Agricola Lavagè, Cascina Polverile e Cascina Battura. Grazie al loro latte abbiamo rilanciato il marchio Latte Valli Genovesi, una garanzia per il consumatore consapevole che in buona parte la provenienza è quella di Vallestura. Al tempo stesso, proviamo a dare un piccolo contribuito perché simili presidi continuino una tradizione ultra decennale di vitalità e salvaguardia del territorio”.
Gilberto Volpara