La via del pesto, degustazioni nelle cantine delle Cinque Terre e qualche ora da trascorrere in cucina con chi tramanda i segreti dei veri pansoti fatti a mano. È il nuovo volto del turismo ligure, alla ricerca di esperienze da vivere in vacanza per conoscere le tradizioni, condividere gusti e sapori una volta rientrati a casa. Una nicchia di mercato in espansione. La regione incastonata tra mare e monti tiene il passo partendo proprio dalle sue eccellenze e dai prodotti più conosciuti senza rinunciare a vere e proprie perle, rarità nascoste fino a oggi poco esplorate. L’obiettivo di Liguria Food è anche questo, portare il lettore alla scoperta di angoli inediti all’insegna di natura ed enogastronomia condite da un territorio unico.
La via prescelta è quella di un racconto emozionale in grado di raccontare quattro province ricche di storia, fascino e bontà infinite.
Un mezzo dedicato anche al cambiamento sottolineato dal recente studio condotto dall’Osservatorio Turistico Regionale in collaborazione tra Regione e Unioncamere Liguria. L’analisi evidenzia un’inversione dell’identikit del turista: diminuiscono i ragazzi under 30 e torna a crescere il turismo maturo dall’Italia. Le vacanze al mare sono trascorse in compagnia di amici o in coppia. Cultura, natura ed enogastronomia fra le principali motivazioni del soggiorno. E la Liguria si afferma sui social. Tendenze chiare nonostante progetti sperimentali innovativi che fino a oggi si contano sulle dita di una mano.
Liguria Food gioca la sfida da protagonista con l’ambizione di diventare un riferimento del settore tanto per chi vive qui quotidianamente quanto per coloro che scelgono questa realtà per il proprio relax.
Dimenticata la filosofia del “solo mare” andata in scena per decenni, oggi il turismo si gioca su una motivazione specifica. Non a casa i dati più aggiornati dell’Osservatorio regionale denotano come la vacanza enogastronomica sia al quarto posto tra le motivazioni per cui si decide di trascorrere qualche giorno in Liguria: trend in crescita davanti a chi cerca calma tranquillità (il 17.3% ma fino al 2015 la percentuale arrivava al 30%). La ricchezza del patrimonio culturale si conferma comunque la principale motivazione di visita delle destinazioni liguri anche in estate. Una scelta condivisa dall’82,9% dei turisti mentre il binomio cultura e ambiente attrae il 55% dei visitatori che a una settimana di mare spesso uniscono attività sportive all’aria aperta e gite in famiglia.
“Quasi un turista su due che sceglie la Liguria lo fa anche per le sue eccellenze enogastronomiche. Certo, la percentuale si abbassa per chi decide spostamenti e destinazioni solo in base a un determinato prodotto o per visitare un’azienda agricola particolare. È una trasformazione che coinvolge tutta la filiera turistica, serve un cambio di passo in un momento in cui la Liguria ha riscoperto le sue potenzialità. Nel 2016 abbiamo superato i 15 milioni di turisti, un aumento del 5% rispetto al 2015. Il dato migliore degli ultimi 15 anni” conferma l’assessore regionale al turismo, Gianni Berrino.
E allora non basta più riproporre i piatti della tradizione. E’ necessario andare oltre a cappon magro, trofie al pesto, pansoti al sugo di noci e cima. Obbligatorio sfruttare i prodotti a chilometro zero e le mani sapienti degli chef.
I turisti vogliono visitare le serre di basilico di Prà, toccare con mano la terra da cui nasce e parlare con i produttori per carpirne i segreti. Riscoprire i sapori antichi dalle signore che ancora preparano la pasta fresca. Si cucina e poi si mangia insieme e si condividono gli errori dei principianti e i trucchi per migliorare. Visitatori e consumatori attenti, con una buona capacità di spesa, che a fine vacanza acquistano cibo e vino da portare a casa.
Proprio dai vigneti, i produttori delle Cinque Terre già qualche anno fa proponevano la “vacanza della vendemmia” con i turisti pronti a lavorare fianco a fianco dei contadini nei terrazzamenti a picco sul mare, per poi sedersi a tavola con loro a fine giornata e visitare le cantine. Gli stranieri, i più entusiasti.
“Siamo pronti a partire con nuovi progetti che vanno in questa direzione già nei prossimi mesi” spiegano dall’Agenzia Turismo in Liguria. Il primo appuntamento sarà a maggio con Slow Fish che torna al Porto Antico di Genova da 18 al 21 maggio per imparare a conoscere il mare in tutte le sue forme, dai pesci ai pescatori. Da qui partirà un filo che coinvolgerà anche foodblogger e chef locali per far conoscere la Liguria sotto ogni prospettiva.
Tra i progetti in divenire rientra anche la “Milano-Sanremo del gusto”, un piano da un milione di euro con la Liguria capofila in cui rientrano Lombardia e Piemonte: dal prossimo novembre partiranno i primi percorsi che attraverseranno le tre regioni con itinerari mirati dalle ville ai locali storici, dai percorsi ciclabili alle osterie meno conosciute. E al cambio di passo contribuiscono anche le nuove tecnologie. L’esperienza che si vive va condivisa sui social network con una foto su Instagram o un post su Facebook.
Un semplice ricordo che per i ristoratori e chi promuove il territorio in modo virale potrebbe valere più di qualunque promozione tradizionale.
Un filone in grado di abbracciare i più giovani già abituati a condividere in rete gli scatti di un piatto al ristorante o di un tramonto che vale in pochi secondi centinaia di like. Intanto, allargando lo sguardo sugli stranieri che decidono di trascorrere una vacanza in Italia – spesso i più attratti dalla cucina mediterranea – ecco quello che emerge dal rapporto del Turismo realizzato dal Touring Club Italiano: tra i fattori che concorrono a una valutazione positiva dell’Italia, ci sono patrimonio artistico, bellezze naturali e cucina e a seguire qualità dei prodotti locali. Un dato utile a confermare come la componente enogastronomica non costituisce soltanto un segmento turistico interessante, ma un aspetto fondamentale e molto significativo dell’attrattività complessiva del nostro Paese anche in termini economici.
Non è un caso, dunque, se alimentari (59%) e vini (54%) rappresentino le categorie merceologiche più citate per un futuro acquisto di prodotti made in Italy. O in Liguria.